Da Threads a Medium: che cos’è il fediverso e come funziona

Da un aggregatore di notizie come Flipboard a piattaforme di blog come Medium e Tumblr, fino a Threads, il rivale di X (l’ex Twitter) appena arrivato anche in Europa: negli ultimi mesi si sono moltiplicate le grandi realtà del Web che hanno annunciato la volontà di entrare a far parte del fediverso.

E così, questo ecosistema social, decentralizzato e open source, sta improvvisamente vivendo un secondo momento di notorietà, a quasi un anno di distanza da quando il termine iniziò a circolare sulla scia dell’interesse suscitato dal suo più noto abitante: Mastodon, il social network open source che per un breve periodo è sembrato potesse diventare il rifugio per gli utenti di Twitter, preoccupati dal nuovo corso di Elon Musk.

Ma che cos’è il fediverso? Per capirlo, facciamo prima un passo indietro: i più noti social network (Facebook, Instagram, TikTok e così via) sono tutti centralizzati e isolati l’uno dall’altro. Per seguire un utente di Facebook e comunicare con esso dobbiamo per forza avere un account Facebook, che possiamo inoltre utilizzare soltanto su quella piattaforma. Ciò che avviene su Facebook, in poche parole, resta su Facebook. E lo stesso vale per tutti gli altri principali social network.

Nel fediverso, la situazione è opposta: le realtà che fanno parte di questo ecosistema, come il già citato Mastodon, PeerTube (simile a YouTube), Funkwhale (streaming musicale), Lemmy (forum) o Pixelfed (condivisione immagini), possono tutte comunicare l’una con l’altra. Alla base di queste piattaforme c’è un protocollo comune e open source, ActivityPub, che consente a un utente di Mastodon di seguire un utente di PeerTube direttamente dal suo account, vedendo così comparire i video direttamente sul feed di Mastodon e potendo da lì interagire con essi.

Ogni applicazione che implementa il protocollo ActivityPub diventa parte di un network federato, che permette tramite una sola piattaforma di seguire e interagire con gli utenti di ogni altra. Poiché siamo da decenni abituati a usare piattaforme chiuse dentro a un cosiddetto walled garden (recintate al fine di impedire la comunicazione e il trasferimento di dati dall’una all’altra), il funzionamento di un protocollo come ActivityPub, e il modo in cui le realtà del fediverso comunicano tra loro, non è molto intuitivo.

Il paragone più semplice è probabilmente quello con le mail: il fatto di avere un account Gmail non impedisce di comunicare con chi invece ha un account Hotmail, perché entrambi utilizzano un protocollo comune a tutti i servizi email (ovvero STMP, la sigla sta per Simple mail transfer protocol). Anche il classico World Wide Web è una realtà decentralizzata: ogni sito può linkare o incorporare elementi di altri siti, consentendo inoltre di utilizzare il browser che si preferisce per la navigazione.

Il fediverso consente anche di spostare il proprio account su una qualunque altra piattaforma federata, importando o esportando anche post e follower. Un’altra importante differenza è che il fediverso non è gestito in maniera verticistica, ma direttamente dalla comunità. Per esempio, su Mastodon ogni utente può aprire una propria sezione (chiamata Istanza) indipendente da tutte le altre, gestendola in maniera completa autonomia, decidendo le politiche di moderazione, le condizioni di utilizzo e anche pagando gli eventuali costi di gestione (server e altro).

Inoltre, le realtà del fediverso sono storicamente attente alla privacy, non raccolgono dati e sono prive di pubblicità (Mastodon si sostiene tramite le donazioni degli utenti). Anche dalle sue caratteristiche si capisce come, fino a oggi, questo ecosistema alternativo sia sempre stato una realtà relativamente piccola: secondo gli ultimi dati, Mastodon avrebbe circa 5 milioni di utenti iscritti (di cui 1,5 milioni attivi mensilmente), mentre il fediverso nel suo complesso arriverebbe a circa 11 milioni di iscritti.

Numeri microscopici rispetto ai miliardi di utenti di Facebook, Instagram o TikTok, ma che rispecchiano lo spirito e la particolarità di un ambiente abitato principalmente da utenti attivi politicamente, da difensori della privacy e da chi punta a ridare linfa allo spirito originario di internet, contrastando quello che è stato chiamato capitalismo della sorveglianza, che è alla base di quasi tutti i servizi online che usiamo quotidianamente.

Il fediverso non va confuso con metaverso o Web3: il primo è basato su realtà virtuale o altre esperienze immersive e non prevede (almeno per il momento) la possibilità di spostarsi con un singolo account da una piattaforma all’altra e dunque non è federato. Il Web3 è invece il grande progetto di una nuova forma di Web basata su blockchain e criptovalute. Nonostante le differenze, il Web3 condivide con il fediverso l’ideale della decentralizzazione e quindi della possibilità di spostarsi, in questo caso attraverso la blockchain, da una piattaforma all’altra con un singolo account.

Un’altra differenza con metaverso e Web3 è che il fediverso, fino a oggi, non è stato al centro delle attenzioni dei colossi tecnologici o dei più grandi brand. Come cambierà però questo mondo con l’approdo di Threads (oltre 100 milioni di utenti mensili), che proprio pochi giorni fa ha annunciato di star testando l’integrazione con ActivityPub? “La massiccia infrastruttura di Meta potrebbe aiutare a far crescere la base utenti degli altri social network che utilizzano ActivityPub, aumentandone la notorietà – si legge su Digiday – Ciononostante, gli utenti del fediverso temono che il colosso dei social media oscuri le realtà più piccole, portando con sé la pubblicità e quindi un grande cambiamento in un mondo che finora ne è sempre stato privo”.

Alcuni utenti di Mastodon hanno già minacciato di impedire a Threads di comunicare con i loro server ed è abbastanza diffuso il timore che l’arrivo delle realtà più grandi possa snaturare un mondo nato proprio in contrapposizione ai colossi della Silicon Valley. Stando a quanto affermato dal responsabile di Threads (e di Instagram), Adam Mosseri, l’integrazione del nuovo social di Meta con ActivityPub è però appena agli inizi e richiederà ancora parecchio tempo. Per capire se il fediverso stia andando verso l’adozione di massa, e se sarà in grado di reggere il successo senza snaturarsi, è insomma ancora troppo presto.

Fonte : Repubblica