Metaverso: per capirlo, dobbiamo guardare al passato

Anche il web ha vissuto euforie e utopie. Ed è proprio da lì che possiamo partire per immaginare come portare nel metaverso una informazione libera ed accessibile a tutti, opportunità economiche e una rilettura di temi etici che devono necessariamente essere vissuti alla luce di meccanismi di fruizione totalmente inediti. Lo stesso concetto di standardizzazione, tuttora un work in progress per il mondo del web, mostra le due facce della medaglia: opportunità insperate da un lato ma anche rischio di accentramento in poche e potentissime mani.

Per quanto riguarda il futuro, invece, sono i visionari della fantascienza a poterci dare una mano. L’arte ha una capacità istintiva di lettura della realtà, con capacità spesso al limite dello sciamanico. Non è un caso che grandi autori di sci-fi come Bruce Sterling e Neal Stephenson – quest’ultimo inventore del termine “metaverso” nel suo Snow Crash del 1992 – svolgano spesso il ruolo di futurologi per aziende e istituzioni in ricerca di vere e proprie “visioni dal futuro”. Pensiamo al Nautilus di Jules Verne, ai tablet di Arthur C. Clarke in 2001: Odissea nello spazio o all’iconico comunicatore di Star Trek trasformato nei primi anni ’90 in oggetto di desiderio con l’ormai mitico MicroTAC. Spesso l’immaginazione di scrittori, uomini di cinema e, più in generale, dei protagonisti delle arti vede il futuro molto prima della tecnologia, a volte diventa ispirazione proprio per chi sarà chiamato a trasformare quelle stesse fantasie in realtà. E poi ci sono i fuoriclasse come Isaac Asimov, geni capaci di fare gli equilibristi fra scienza e fantascienza per tutta la vita, padri fondatori di un futuro che è diventato il nostro presente.

Per chi come noi è cresciuto a pane e fantascienza, la lettura di alcuni romanzi così come qualche ora spesa con film e telefilm, senza dimenticare il variegato universo dei videogame, ha regalato grandi e utili spunti. Che cosa diventerà il metaverso di qui a cinque anni? Difficile dirlo, forse impossibile, ma crediamo che autori come i già citati Sterling e Stephenson o l’immenso Philip K. Dick possano darci una mano, così come Ready Player One (film e libro, in ordine a piacere), Il Tagliaerbe, Matrix e l’italianissimo Nirvana. E la nostra lista potrebbe diventare lunghissima.

Fonte : Wired