Un robot in corsia per i piccoli pazienti della Chirurgia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. I bimbi quest’anno riceveranno doni da un Babbo Natale speciale. Sarà infatti il robot Pepper, che grazie ai ricercatori dell’Università Federico II sta migliorando le sue “capacità sociali”, a distribuire i doni ai piccoli degenti. Dopo esperienze nel Regno Unito e in Giappone, dove il robot ha interagito con soggetti anziani e ha tenuto loro compagnia facendoli chiacchierare e raccontandogli storie, si è poi misurato con persone adulte ricoverate in unità spinale, bloccate a letto per settimane. Da novembre 2023 invece, il robot è passato in un contesto completamente diverso, quello della Chirurgia Pediatrica del Federico II.
Un progetto di umanizzazione del percorso di cura
“L’esperienza preliminare di Pepper nel nostro reparto è stata entusiasmante per i bambini ricoverati – dice il professore Ciro Esposito – con un impatto positivo sulla loro degenza, sia nella fase pre che post-operatoria. Devo ringraziare la professoressa Cristina Mele, docente di economia e gestione delle imprese dell’Università Federico II, e il suo fantastico team che ha permesso di utilizzare Pepper nel nostro reparto; accompagnando il piccolo robot nelle visite ai nostri pazienti per farli distrarre allontanandoli dalla realtà del ricovero”. Pepper rappresenta un ulteriore tassello del progetto di umanizzazione del percorso di cura, che da anni la Chirurgia Pediatrica federiciana porta avanti.
Diminisce l’ansia e il fabbisogno di farmaci
“Grazie anche all’aiuto di Pepper, si cerca di rendere meno pesante il percorso terapeutico di bambini affetti da malformazioni congenite o da altre patologie che necessitano di un intervento chirurgico. I primi mesi della permanenza di Pepper in reparto sono stati analizzati nell’ottica di pubblicare un report scientifico sull’argomento. I risultati preliminari sono stati interessanti: il robot è riuscito a coinvolgere un po’ tutti i bambini, soprattutto li ha distratti nel pre-operatorio diminuendo in loro l’ansia e l’attesa dell’intervento e nei pazienti operati ha permesso una ripresa più rapida riducendo anche il fabbisogno di farmaci antidolorifici nel post-operatorio”, conclude il professore.
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Fonte : Sky Tg24