Da Marco Bellocchio a Paola Cortellesi passando per Edoardo De Angelis, sono molti i registi del panorama cinematografico italiano ad aver rispettato, anzi superato le aspettative attorno alle loro attese opere regalando un 2023 particolarmente pulsante di idee, narrazioni originali e scelte stilistiche apprezzate all’unisono da pubblico e critica.
Impossibile non citare Matteo Garrone, il regista di Gomorra, Dogman e Pinocchio, sulla cresta dell’onda da mesi per la sua ultima pellicola Io Capitano, in grado di conquistare il Festival di Venezia accaparrandosi il Leone d’Argento per la Miglior Regia e il premio Mastroianni per il Miglior Attore Esordiente (Seydou Sarr).
Toni fiabeschi e sequenze oniriche costellano l’odissea di omerica memoria di Seydou e Moussa, due giovani di Dakar alla ricerca di speranza e fortuna in Europa. Oscillando perennemente tra dramma e sogno, crudeltà e leggerezza, l’ultimo lungometraggio di Garrone si configura come un’ottima messa in scena cinematografica di una realtà talmente realistica e quotidiana da rischiare di divenire una trascurata, quasi scontata abitudine.
Lontano da atteggiamenti pietistici bensì tendente a posture liriche, Io Capitano si è assicurato l’affetto nel cuore degli spettatori e la stima della critica nazionale e non, come dimostrano la recente candidature ai Golden Globes e la corsa (più che mai viva ed intensa) alla nomination ai Premi Oscar nella categoria Miglior Film Straniero, tanto cara ai registi nostrani, da Vittorio De Sica a Paolo Sorrentino, senza dimenticare, tra gli altri, Giuseppe Tornatore e Roberto Benigni.
Proprio quest’ultimo, protagonista dell’iconica premiazione “saltellante” per La Vita è Bella del 1999, ha preso per mano Garrone e Io Capitano sostenendoli e guidandoli verso l’entusiasmante viaggio destinazione Oscar. Per cercare di fare breccia nell’animo statunitense e conquistare definitivamente l’attenzione e la stima dell’Academy, il trio composto da Matteo Garrone, Roberto Benigni e il giovane attore Seydou Sarr sono i protagonisti di un’intenso dialogo e incontro di idee per Variety.
L’entusiasmo, la commozione e il sano orgoglio per l’opera diventano i leitmotiv della loro intrattenente chiacchierata, della quale riportiamo qualche interessante citazione:
Roberto Benigni: Seydou è come Pinocchio. Nei tuoi occhi convivono mistero, sofferenza, speranza, avventura e tragedia. Riesci a trasmettere tutto questo. Per non parlare dei tuoi sogni, l’elemento onirico di un film davvero epico perché i migranti rappresentano l’Odissea dei giorni nostri. Quando alla fine il personaggio urla “Io capitano” e comprendiamo, finalmente, il titolo, sono quasi svenuto dalla bellezza, dalla grandezza con la quale esclama la frase. È una tragedia, è un sogno.
Matteo Garrone: Quel primo piano finale di quattro minuti è davvero un regalo che Seydou ha fatto a tutti noi. Immaginate un primo piano di quattro minuti che vi faccia rivivere interamente il film, tutto il viaggio e tutte le emozioni. Era importante provare a fare un film, come hai detto tu, dal punto di vista dei migranti.
Benigni: Come se il film fosse stato narrato da lui e Moussa. Ed è un film di immensa potenza in termini di immagini.
Garrone: È anche un film di formazione, e in questo si ricollega a “Pinocchio” [penultimo film del regista con Roberto Benigni nei panni di Geppetto, ndr.]
Benigni: Ma anche a Huckleberry Finn, a Mark Twain. Sì, è una storia di formazione.
Garrone: Parte ragazzo e arriva uomo.
Benigni: Quando dice “Io capitano” diventa un uomo.
Garrone: Seydou, cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Seydou Sarr: È stata la prima volta che recitavo in un film. Sono stato molto felice di prenderne parte, ho vissute molte esperienze. Questo film mi ha fatto crescere, ho imparato tanto che prima non conoscevo. Ha cambiato anche molte cose nella mia vita.
Tutto è pronto per le nomination definitive: non ci resta che incrociare le dita e sperare che l’astro del cinema italiano possa tornare a splendere al Dolby Theatre di Los Angeles. Ecco, intanto date e pronostici degli imminenti Oscar 2024.
Fonte : Everyeye