Macchia solare diventa 4 volte più grande in due giorni: rischio brillamento estremo verso la Terra

Il Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA ha filmato la crescita repentina della macchia solare AR3529, le cui dimensioni sono aumentate di quattro volte in soli due giorni. La struttura, con nuclei grandi il doppio della Terra, è rivolta proprio verso il nostro pianeta e rischia di scatenare un violento brillamento di Classe X, in grado di scatenare tempeste geomagnetiche devastanti.

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La macchia solare AR3529. Credit: Andrea Centini

Una macchia solare sta aumentando di dimensioni molto rapidamente e in soli due giorni il suo diametro è quadruplicato. Come indicato da spaceweather.com, portale specializzato in meteo spaziale, si tratta del complesso AR3529, che risulta tuttora in rapida crescita; la macchia solare è caratterizzata da due nuclei primari più scuri che sono “grandi il doppio della Terra”. Poiché il nostro pianeta ha un diametro di circa 13.000 chilometri, queste strutture oscure sono larghe circa 26.000 chilometri. Nei mesi scorsi le macchie solari AR3310 e AR3190 raggiunsero dimensioni quattro volte superiori a quelle della Terra (oltre 50.000 km). Questi giganti non sono comunque paragonabili al mostruoso buco coronale apparso all’inizio di dicembre, un fenomeno differente (che si verifica nell’atmosfera della stella e non sulla superficie) grande come 63 terre. La crescita repentina di AR3529 è stata catturata dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA e potete osservarla qui di seguito.

La crescita della macchia solare AR3529 (in basso a destra). Credit: NASA / SDO

La crescita della macchia solare AR3529 (in basso a destra). Credit: NASA / SDO

A preoccupare gli esperti non sono comunque le dimensioni della nuova macchia solare, bensì il fatto che è rivolta direttamente verso il nostro pianeta. Ciò significa che oggi, giovedì 21 dicembre 2023, qualunque brillamento con annessa espulsione di massa coronale (CME) proietterebbe il vento solare contro la Terra, col rischio di scatenare una forte tempesta geomagnetica entro i prossimi due / tre giorni. È il tempo che impiega il plasma – le particelle cariche elettricamente espulse da Sole – a percorrere i circa 150 milioni di chilometri che ci separano dalla stella. Più veloce ed energetico è il vento solare, maggiori sono le probabilità che impattando contro la magnetosfera (il campo magnetico terrestre) possa provocare aurore polari a basse latitudini (anche in Italia) e tempeste solari di classi significative, dalle forti G3 alle potenzialmente catastrofiche G5, in grado di distruggere linee elettriche, connessioni internet, satelliti e comunicazioni radio e rispedirci in un Medioevo tecnologico per settimane o addirittura mesi, secondo gli esperti. E non è questione di se, ma di quando.

La macchia solare AR3529 è un’osservata speciale anche per un altro motivo, oltre alla direzione minacciosa. Come indicato da spaceweather.com, infatti, i ricercatori hanno rilevato che è associata a un campo magnetico di classe delta, che si verifica quando le polarità opposte (+ e -) si avvicinano, sovrappongono e premono l’una contro l’altra. Questa configurazione è il preludio di possibili brillamenti di Classe X, i più potenti in assoluto, come quello scatenatosi attorno alle 18:00 ora italiana di giovedì 14 dicembre. Si è trattato di un’eruzione solare X 2.8, la più potente registrata dal 2017 e la più energetica dell’attuale ciclo undecennale di attività magnetica solare. Fortunatamente il materiale espulso ha colpito la Terra solo di striscio e non ha causato problemi, al di là di alcuni blackout radio. Ma AR3529 ci punta direttamente e le conseguenze potrebbero essere diverse.

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La macchia solare AR3529. Credit: Andrea Centini

La macchia solare AR3529. Credit: Andrea Centini

Ricordiamo che le macchie solari, come spiegato dalla NASA, sono regioni più fredde e scure della superficie solare (la fotosfera). Sono così poiché i campi magnetici estremi cui sono associate impediscono al calore prodotto dal cuore della stella di giungere in superficie, nonostante ciò possano raggiungere i 3.700 °C di temperatura. Le linee di questi campi magnetici possono riconnettersi repentinamente, uno dei fenomeni alla base delle eruzioni solari in grado di scatenare tempeste geomagnetiche sulla Terra. In questo periodo il Sole ha molte macchie solari ed è irrequieto a causa del fatto che si sta avvicinando al picco massimo dell’attività magnetica del suo ciclo di 11 anni, atteso tra la fine del 2024 e l’estate del 2025.

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Fonte : Fanpage