Meloni contro Ferragni, Fedez contro Meloni. Come volevasi dimostrare, anche il caso Balocco ha preso una piega politica ed è immediatamente diventato terreno di scontro tra fazioni prescindendo dai fatti, esattamente come ogni polemica che nasce in questo Paese. La vicenda che ha coinvolto Balocco e Ferragni è ormai nota anche alle pietre e dal palco di Atreju la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto a commentarla lanciando una velata stilettata, ma nemmeno così velata, sfruttando il caso per attaccare in toto il mestiere di content creator, quando in realtà il problema di tutta questa vicenda è in realtà solo uno: la mancanza di trasparenza, non il mestiere. “Il vero modello da seguire non sono gli influencer che fanno soldi a palate indossando degli abiti o mostrando delle borse, facendo da eco al design o addirittura promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari. Il vero modello da seguire è il modello di chi quella eccellenza italiana la inventa, la disegna, la produce”, ha detto Meloni, scatenando l’ira di Fedez.
Il benaltrismo
Fedez dal canto suo ha difeso la moglie, sostenendo che si difenderà nelle sedi opportune e che se c’è qualcuno di cui le persone dovrebbero diffidare, questi sono proprio i politici. Ora, che Fedez scenda in campo per difendere la moglie è una cosa ovvia e normale, ci mancherebbe anche non lo facesse. Così come è più che comprensibile che abbia tenuto a difendersi dagli attacchi e dalle cattiverie ricevuti nel corso di queste giornate nonostante lui in questa vicenda non c’entri niente. Tutto legittimo e più che comprensibile. Sono anche convinta che Fedez nella sua replica di difesa abbia detto delle cose sacrosante in merito alle colpe e mancanze della classe politica riguardo a tanti temi. Quello che però lascia l’amaro in bocca è che come sempre e come in tutte le vicende polemiche, le difese si costruiscono tirando fuori aspetti totalmente ininfluenti rispetto all’argomento di cui si dibatte. Per dirla in maniera molto stringata: si fa come al solito benaltrismo. Che la famiglia Ferragni abbia più volte fatto attività di beneficenza nessuno lo mette in dubbio, o almeno non io. Che la famiglia Ferragni si sia esposta per determinate questioni di rilievo politico nessuno lo nega, anzi. Ma se questa volta, come sembra chiaro dagli atti allegati al provvedimento dell’Antitrust per il caso Balocco, Chiara Ferragni ha fatto uno scivolone non di poco conto, è lo scivolone che si deve giudicare e per lo scivolone andrebbe chiesto scusa, senza tirare fuori le mille buone azioni del passato nel tentativo di annacquare il caso e buttarla in caciara per evitare di rispondere pubblicamente alle molte domande che sorgono legittimamente non dagli hater, ma anzi da molti follower che in qualche modo sentono la propria fiducia tradita.
L’ammissione di responsabilità
E così, a distanza di giorni, Ferragni ha finalmente deciso di scusarsi, ammettendo le proprie responsabilità e dichiarando che donerà un milione di euro all’Ospedale Regina Margherita di Torino per rimediare. Sentir dire da persone potenti “ho sbagliato” non è affatto comune in questo Paese, nemmeno quando comunicativamente sarebbe la miglior strategia per uscirne più puliti. Chapeau a Chiara Ferragni per aver chiesto scusa pubblicamente e aver pensato a come rimediare, peccato solo per quel riduzionismo che fa leva sull’errore in buona fede perché dal carteggio tra il suo team e Balocco messo in rilievo dall’Antitrust appare inequivocabile il fatto che entrambe le aziende fossero a conoscenza del fatto che quel tipo di comunicazione fosse illegittima ed esponesse a numerosi problemi di tipo legale e reputazionale. E proprio la bomba reputazionale ha spinto Ferragni a scusarsi pubblicamente. Perché di reputazione campa. In tutto ciò, la stilettata di Meloni ha fornito un assist degno di nota a Fedez e Ferragni, trasformando una vicenda puramente economica e mediatica nell’ennesimo caso politico che scatena la guerra tra bande perdendo di vista il vero fulcro della questione, ovvero la beneficenza che diventa advertisement e quindi lucro poco trasparente. Perché la verità è che il vero danno in tutta questa vicenda non lo subiscono né Balocco né Ferragni, ma solo la beneficenza. Perché la prossima causa benefica, le persone saranno più restie e diffidenti a sostenerla per paura di risvolti poco chiari. Un teatrino molto triste, ma al quale siamo ormai purtroppo abituati.
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Fonte : Today