Kastner ha voluto creare un contrasto tra l’inizio e la fine della melodia. All’inizio, ha cercato di trasmettere un senso di vastità e meraviglia, per rappresentare il viaggio tra le stelle. Alla fine, invece, ha voluto suscitare paura e curiosità negli ascoltatori, per mostrare cosa succede quando ci si avvicina a un buco nero. “Fare questo mi ha fatto capire che essere uno scienziato e essere un artista non sono così diversi”, ha dichiarato Kastner al Washington Post. “Stiamo tutti solo cercando di dare un senso all’universo, e questo è un modo di farlo”.
Il suo progetto è stato presentato in anteprima mondiale lo scorso mese a Toronto, grazie alla collaborazione con un ensemble canadese. Il risultato è una composizione che alterna momenti di calma e di tensione, di armonia e di dissonanza, di luce e di oscurità, che accompagna l’ascoltatore in un viaggio verso il centro della galassia e verso il punto di non ritorno di un buco nero. Kastner ha chiamato la canzone “Where Parallel Lines Converge”, ispirandosi alla poesia “Relativity” di Sarah Howe. Kastner ha dichiarato di aver voluto creare una melodia che fosse sia un’opera d’arte che un esperimento scientifico, e che potesse comunicare al pubblico la bellezza e il mistero dell’universo.
Fonte : Wired