Dal 21 dicembre su Prime Video c’è Gigolò per caso, serie tv comedy italiana di sei episodi con un cast corale guidato da Pietro Sermont e Christian De Sica (la serie è omonima di un film del 2013 di e con John Turturro con cui non c’entra nulla).
Se a leggere il nome di De Sica e la data di uscita il vostro cervello sta già pensando a una specie di cinepanettone seriale, sappiate che – a prescindere da quello che pensiate dei cinepanettoni – non è il caso (appunto) di Gigolò per caso. Prima di spiegare perché in questa recensione, riassumiamo senza spoiler la trama della serie.
Di cosa parla Gigolò per caso
Alfonso Bremer (che non è parente del calciatore brasiliano della Juve) è un uomo attento e premuroso, sul lavoro – in un negozio di orologi di lusso che appartiene a Gravieri (Greg) – verso l’ambiente e soprattutto con la moglie Margherita (Ambra Angiolini), ai cui occhi fa di tutto per non sembrare il tipico maschilista patriarcale. Per intenderci, è lui che la trascina a far terapia di coppia, anche se la stessa psicologa Costanza (Asia Argento) reputa che non ce ne sia bisogno.
Un giorno, mentre è al lavoro e sta mostrando dei costosissimi orologi a gente apparentemente poco raccomandabile, riceve una chiamata da un ospedale da cui apprende che suo padre Giacomo (De Sica) è morto. Per quanto non abbia un ottimo rapporto col padre, a cui rimprovera i numerosi tradimenti che secondo lui hanno fatto scappare via la madre, Alfonso corre in ospedale, dove scopre presto che suo padre ha avuto un infarto ma è vivo e fuori pericolo.
E le scoperte sconvolgenti sono appena all’inizio, perché Alfonso viene prima a scoprire che il padre ha fatto (più o meno) segretamente lo gigolò per tutta la vita, ed è con quel lavoro che ha cresciuto da solo il figlio dopo l’abbandono della madre. Poi scopre, con i propri occhi, che la moglie lo tradisce e non vi diciamo con chi; e in tutto questo viene pure derubato degli orologi che nella fretta di andare in ospedale si era tenuto al polso. Un furto che dovrà rimborsare a gente per nulla raccomandabile, come gli spiega il suo capo.
A questo punto il titolo della serie diventa rivelatore, perché da queste premesse si capisce che lo gigolò per caso sarà proprio Alfonso, a cui toccherà rilevare la “attività” paterna per ripagare i suoi debiti. Noi però ci fermiamo qui per non rivelare troppo e vi invitiamo a guarda il trailer ufficiale di Gigolò per caso, qui sotto.
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Perché vedere Gigolò per caso
Con i cinepanettoni, almeno quelli dell’epoca d’oro, Gigolò per caso ha in comune più che altro il fatto di appoggiarsi a un cast di nomi noti al pubblico: oltre ai nomi già fatti, ci sono Frank Matano, Antonio Bannò, Francesco Bruni, Giorgia Arena, Marco Messeri, Sandra Milo, Stefania Sandrelli e guest star come Gloria Guida, Isabella Ferrari e Virginia Raffaele. E in una scena compare anche Lillo, “così de botto, senza senso” per dirla alla Boris (ma sono possibili delle sorprese…).
Decisamente lontana da quel genere è la comicità di questa serie: più sottile, meno sfacciata, anche a costo di sembrare quasi ingessata in alcuni momenti. Più sciolta è la trama, che si dipana con i tempi giusti e con una leggerezza che pure in sé conserva elementi profondi, persino drammatici volendo.
Insomma, per spiegare cosa ci ha colpito di più di Gigolò per caso confessiamo una cosa: tale è la freschezza, la modernità di questa commedia seriale che a un certo punto ci è venuto il sospetto che fosse un qualche remake di una serie prodotta in Inghilterra o negli USA.
E invece no. Se, per citare il più celebre personaggio di Sermonti, ancora da Boris, questa serie non è “troppo italiana”, il merito è del cast, del regista Eros Puglielli (Sono Lillo, Gli idoli delle donne) e degli sceneggiatori Daniela Delle Foglie e Tommaso Renzoni. Segno che anche la commedia italiana si sta evolvendo.
Voto: 8
Fonte : Today