Picchiata, per anni, davanti ai figli. Colpi così violenti che hanno fatto perdere alla donna anche il feto che porta in grembo. E poi, maltrattamenti, vessazioni, e minacce di morte che non erano mai stati denunciati.
Poi la svolta, che ha salvato la donna da una probabile tragedia. Qualche giorno fa, la vittima di violenza domestica, una donna immigrata, è finita al pronto soccorso dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata, in provincia di Agrigento. I medici le hanno diagnosticato ferite e lesioni riconducibili ai maltrattamenti familiari. I poliziotti del commissariato cittadino, coordinati dal commissario capo Giuseppe Garro, hanno avviato le indagini e hanno, appunto, ricostruito che la donna era vittima di atti di violenza da parte del marito, ance lui immigrato.
L’uomo, stando alle accuse formalizzate, più volte, avrebbe, per motivi banali e futili, aggredito con calci e pugni la consorte, provocandole lesioni. Un incubo durato anni durante i quali la donna, per le continue minacce di morte ricevute, così come quelle di portarle via i figli, non sarebbe mai riuscita a trovare il coraggio di denunciare. Almeno, appunto, fino all’ultimo pestaggio. E in pronto soccorso, la vittima ha raccontato l’odissea e la condizione di prostrazione e sudditanza in cui, per anni, è stata costretta a vivere. È stato subito avviato l’iter del “codice rosso”: la donna, assieme ai figli, è stata allontanata dalla casa familiare ed è stata collocata in una struttura protetta a indirizzo segreto. L’uomo è indagato per maltrattamenti in famiglia e il tribunale, nelle ultimissime ore, ha decretato la perdita della potestà genitoriale nei confronti dei figli.
Fonte : Today