L’analemma può ricordare un po’ un otto schiacciato e rappresenta proprio la variazione della posizione del Sole nel corso dell’anno. Il Sole raggiunge la sua minima altezza sull’equatore celeste e quindi il punto più basso della figura, proprio al solstizio d’inverno tra il 20 e il 22 dicembre. In quel giorno il numero di ore luce sarà quello più piccolo di tutto l’anno perché l’arco che il Sole disegna in cielo è quello più piccolo in assoluto. Il punto opposto cade invece tra il 20 e il 22 giugno: Solstizio d’estate, arco più grande, massimo numero di ore di luce e di altezza sull’equatore. Quando il Sole passa all’incrocio tra l’equatore celeste e l’eclittica, si parla invece di equinozi (di primavera o d’autunno). Sull’analemma questi cadono un po’ sotto l’incrocio dei due lobi.
Il solstizio d’inverno
Ecco quindi che l’inizio di una stagione non è una mera convenzione calendaristica, ma un evento astronomico ben definito. Se il Sole passa più o meno ore in cielo vuol dire che trasferisce più o meno energia verso la superficie terrestre, ed è questo di fatto a determinare le variazioni di temperatura nelle diverse stagioni. Spesso si dice che il solstizio sia un giorno, in realtà come detto è un momento specifico, che nel 2023 cade alle 4:27 del 22 dicembre. Il calendario del resto è una convenzione che cerca di incasellare in modo rigido dei moti terrestri che tutto sono fuorché semplici e regolari: per questo i momenti esatti dei solstizi e degli equinozi cambiano ogni anno. Quello d’inverno può cadere il 20, 21 o 22 dicembre. Piccola nota: nei due emisferi della Terra tutto avviene allo specchio e mentre noi festeggiamo il solstizio d’inverno, nell’emisfero sud avviene esattamente l’opposto e il solstizio è quello d’estate. Del resto, se il Sole passa poche ore sui nostri cieli, nel resto del tempo dovrà pur stare da qualche parte.
Fonte : Wired