Brembo è un’azienda che prevede, gestisce e controlla il rischio, perché un impianto frenante in fondo è il principale alleato per la sicurezza di un pilota. Così è per Brembo Ventures, l’unità di venture capital creata un anno fa per investire capitale (di rischio) nelle migliori startup tecnologiche globali con l’obiettivo di accelerare l’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi dell’azienda. Si parla di un’azione strategica nei confronti di opportunità di innovazione che possano nascere da realtà con idee nei campi dell’intelligenza artificiale, dei big data, della sensoristica, della meccatronica, dell’efficienza energetica, dei nuovi materiali e della sostenibilità.
“Brembo Ventures è anche e soprattutto un’antenna che coglie i segnali che arrivano dal mercato“, sottolinea l’amministratore delegato di Brembo, Daniele Schillaci. Non a caso una parte significativa del lavoro è quella della ricerca delle startup, dopodiché si passa a una fase di conoscenza che può concretizzarsi poi in un ingresso nel capitale. L’ultimo passaggio è quello del lavoro congiunto per impostare i progetti di sviluppo, tecnologico o di processo.
L’obiettivo di Brembo rimane comunque quello di creare ecosistemi di startup nell’ambito dei quali sviluppare progetti innovativi, mettendo a fattor comune diverse competenze. “La peculiarità di Brembo Ventures è che investe in startup con le quali può lavorare direttamente. Non si tratta di investimenti puramente finanziari. L’obiettivo è lo sviluppo tecnologico. L’azienda dal canto suo dà alle startup la possibilità di accelerare lo sviluppo delle loro idee innovative fornendo non solo le risorse economiche, ma anche il personale, le tecnologie, l’esperienza e i processi di un grande gruppo globale“, spiega Schillaci.
Le startup su cui ha puntato Brembo Ventures
PhotonPath, Agade, Infibra Technologies e Petroceramics sono le prime startup in cui Brembo Ventures ha creduto. Nello specifico PhotonPath e Infibra si occupano di prodotti basati sulla fotonica integrata. Agade realizza esoscheletri. “Petroceramics è una delle realtà più avanzate in Europa nel campo dei materiali ceramici tecnici. Oltre a queste, Brembo ha avviato collaborazioni con ulteriori startup a livello globale su specifici progetti di ricerca“, prosegue l’ad.
Purtroppo, in questa fase non si possono ancora divulgare molti dettagli poiché Brembo sta collaborando su veri e propri progetti di ricerca che hanno lo scopo di digitalizzare i sistemi frenanti dell’azienda. “Un filone interessante in questo senso riguarda la sensoristica, applicata ai freni. Uno sviluppo di questa natura porterebbe evidenti benefici. Da una parte, i sistemi frenanti diventerebbero capaci di riconoscere l’ambiente circostante e adattarsi di conseguenza“, sottolinea Schillaci. Si pensi ad esempio alla possibilità di interpretare il tipo di asfalto o terreno su cui un veicolo viaggia – quindi se accidentato, secco o bagnato – e adattare il comportamento del sistema frenante di conseguenza. Allo stesso tempo questa capacità analitica consentirebbe di raccogliere dati importanti sul sistema frenante stesso, come temperatura o altri parametri, per agevolare in un secondo momento l’innovazione e il design al fine di garantire maggiori performance, più sicurezza e in definitiva una migliore esperienza di guida.
“Connettività è una parola chiave. Il settore automotive viaggia a grande velocità verso tecnologie sempre più connesse. Per questa ragione, anche nell’ambito dei lavori che Brembo svolge con le startup, l’azienda esplora le tecnologie del cosiddetto V2X o vehicle-to-everything, il sistema di comunicazione tra un veicolo e tutto ciò che lo circonda“, conclude Schillaci.
La prospettiva futura infatti è che lo scambio di dati fra veicoli e anche l’ambiente circostante diventi diffuso grazie anche al contributo del 5G. In tal senso il sistema frenante – uno dei principali sistemi di sicurezza per un veicolo – diventerà un nodo di questo ecosistema e potrà a sua volta comunicare e scambiare dati, a beneficio di strade più sicure ed esperienze di guida migliori.
Fonte : Wired