L’IAP giudica ingannevole lo spot di Nutravalia sull’integratore che rafforza i capelli
Lo spot televisivo dell’integratore alimentare “Luxéol Crescita e rafforzamento” di Nutravalia è stato oggetto di censura da parte dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP). Trasmesso sulle reti Sky nel mese di ottobre 2023, il Comitato di Controllo ha ritenuto che la pubblicità fosse ingannevole, violando così l’articolo 2 del Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, e andasse contro le norme per la comunicazione commerciale di integratori e prodotti dietetici (articolo 23).
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Lo spot vietato promuoveva l’utilizzo dell’integratore in situazioni descritte come: “Capelli in cattivo stato? Mancano di forza? Vorresti aiutarli a crescere?”. Secondo l’IAP, tali situazioni “esulano dall’effettivo campo di azione di simili prodotti, che possono unicamente vantare un’azione di mantenimento dei normali processi fisiologici”. L’integratore alimentare, quindi, non può affermare di rinforzare o migliorare le condizioni dei capelli.
Inoltre, gli integratori possono vantare effetti specifici solo se l’Autorità per la sicurezza alimentare (EFSA) ha validato scientificamente i loro componenti. Nel caso in questione, i componenti (rucola ed equiseto) sono ancora in attesa di valutazione (“pending”). Né la lista ministeriale dei “botanicals” contiene claim autorizzati per la rucola. Per l’equiseto, il Ministero ha autorizzato solo la dicitura “Rafforza e migliora la condizione dei capelli”.
L’ingiunzione n. 42/23 del 21/11/23 sottolinea che i test condotti dall’inserzionista, su richiesta del Comitato di Controllo per dimostrare le affermazioni del messaggio, sono stati effettuati unicamente attraverso l’autovalutazione da parte dei volontari, senza un gruppo di controllo e senza alcuna valutazione e misurazione oggettiva. Di conseguenza, tali test non forniscono un adeguato sostegno alle specifiche promesse, risultando suscettibili di indurre il pubblico in errore riguardo ai reali effetti e risultati ottenibili con l’utilizzo del prodotto pubblicizzato. Questo è il motivo alla base della decisione dell’IAP di censurare lo spot in questione.
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Fonte : Affari Italiani