Aveva 62 anni, Susanna Parigi. Una vita per la musica, e nella musica, che l’ha portata a collaborare coi più grandi nomi del cantautorato italiano. Tra le prime cantautrici del nostro Paese, la sua scrittura guardava alla letteratura. “Musica letteraria“, la chiamavano i critici, descrivendo un’eredità che la sua morte non cancella. La sua scomparsa, arrivata al culmine di una dura malattia, è stata accolta con dolore da colleghi e fan.
Il post d’addio
“Se vi scrivo è perché sto camminando verso la casa del Padre”: comincia così il post che, nella mattina di lunedì 18 dicembre, è comparso sulla pagina Facebook di Susanna Parigi. Parole postume, che somigliano a un testamento. E che, in loro, contengono un enorme grazie. Grazie a chi le è stato vicino “in questo anno di tribolazioni”, grazie agli allievi con cui ha stretto un rapporto fatto di musica e di emozioni. Grazie agli artisti che con lei hanno scelto di collaborare: Claudio Baglioni, Riccardo Cocciante, Tony levin, Raf, Pat Metheny, Corrado Augias, Lella Costa, Marco Travaglio. Grazie ai suoi musicisti, di oggi e di ieri. Grazie ai suoi amici più cari, alla sua famiglia. E grazie alla musica, che ha tracciato la sua vita. “Me ne vado con una grande sofferenza, immensa, per quello che accade alle donne quotidianamente”, ha scritto l’artista fiorentina. “Dovevamo pensarci prima, almeno otto anni fa. Il lavoro da fare è una rieducazione pesante degli uomini, ma non solo. Le donne devono imparare a percepire i segnali e a non accettare nessuna forma di possessione”. Un messaggio potente, che arriva da chi non c’è più. Ma, forse, ci sarà per sempre.
La musica come strumento di guarigione
Diplomata in pianoforte al Conservatorio Cherubini, Susanna Parigi ha collaborato con grandi nomi della musica internazionale come Pat Metheny, Noa e Tony Levin. In Italia è stata pianista e vocalist di Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia e Raf. Amata dalla critica e sostenuta da artisti come il fotografo Sebastião Salgado e il filosofo Umberto Galimberti, nel 2010 ha vinto il Festival TeatroCanzone Giorgio Gaber. Il suo ultimo lavoro, Caro m’è l’sonno, è datato 2022. “Dicono che la mia musica sia una mescolanza di gentilezza e determinazione, ma la gentilezza non va scambiata per fragilità”, raccontava poco prima che quel suo decimo album uscisse. Perché, per Susanna Parigi, la musica agisce nel profondo. Può fare bene, ma può anche fare male. La sua speranza, in fondo, era che grazie alla musica le persone potesse guarire. Se non nel corpo, almeno nello spirito. Perché oggi, di guarire, c’è un bisogno enorme. Le anime sensibili lo sanno, da lungo tempo. E provano a mettere nella loro arte una ricetta segreta, che calmi la mente e regali sollievo. Lei c’è riuscita, ed è questa la sua eredità.
Fonte : Sky Tg24