Michael Mann non è nuovo a film dedicati a personaggi storici, da John Dillinger in Nemico pubblico a Enzo Ferrari nel recente lungometraggio con Adam Driver, Ferrari. Si tratta di film biografici, detti biopic, un termine che al regista non piace affatto e che ha fatto notare in una intervista rilasciata al Guardian.
“Non mi sarebbe interessato un biopic esteso. Sono documentari che appartengono al canale History. Non funzionano mai. E in questo periodo di quattro mesi tutte le forze dinamiche della vita di Enzo [Ferrari] sono compresse e in collisione” ha dichiarato Mann.
Il regista ha sottolineato anche un altro dettaglio del film su Enzo Ferrari:“Tutto quello che è successo nel film è accaduto in un’area di 500 metri. Il barbiere è dietro l’angolo, l’hotel in cui Enzo andava a bere era di fronte, l’opera è accanto. E lui non voleva andare da nessun’altra parte. Smise persino di andare alle corse e non lasciò mai il paese. Quindi, occorre cercare di costruire quel senso di intensa compressione in un solo quartiere, rendendo il luogo in cui avrà luogo l’azione il più credibile possibile”.
Michael Mann non è il solo. Anche Christopher Nolan ha criticato il termine biopic per il suo film Oppenheimer, spiegando che le storie non fiction funzionano soltanto se si possono inserire in un altro genere:“Biopic è qualcosa che si applica ad un film che non si registra in modo drammatico. Non si parla di Quarto potere come un biopic, è un film d’avventura sulla vita di qualcuno”.
Non perdetevi la recensione di Ferrari, il film con protagonista Adam Driver nel ruolo di Enzo Ferrari, fondatore della testata automobilistica.
Fonte : Everyeye