Da oggi, lunedì 18 dicembre, al via le domande per l’Assegno di inclusione (Adi). Il 1° gennaio 2024 entrerà in vigore il “nuovo” reddito di cittadinanza per pochi (“pochi” rispetto alla vastissima platea del Rdc), un aiuto economico mensile condizionato al possesso di alcuni requisiti: reddito annuo inferiore a 6.000 euro (poco più alto a determinate condizioni), Isee familiare non superiore a 9.360 euro e almeno un componente del nucleo disabile, minorenne od over 60. La domanda si presenta sul sito dell’Inps, per le richieste presentate fino a fine febbraio verrà accettato l’Isee 2023. Ma vediamo tutti i dettagli.
Assegno di inclusione: tutto quello che c’è da sapere
Il 1° gennaio 2024 entrerà ufficialmente in vigore l’Assegno di inclusione (Adi), che segue l’introduzione del Supporto per la lormazione e il lavoro (Sfl), partito lo scorso 1° settembre. Si tratta di una misura nazionale di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale condizionata al possesso di alcuni requisiti. L’Adi è riconosciuto ai nuclei familiari con un Isee non superiore a 9.360 euro e che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni:
- con disabilità;
- minorenne;
- con almeno 60 anni di età;
- in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.
Di quanti soldi al mese si tratta
Il beneficio economico dell’ADI è erogato, su base annua, a integrazione del reddito familiare ed è composto da:
- una componente a integrazione del reddito familiare, quota A, fino alla soglia di 6.000 euro annui, ovvero di 7.560 euro annui se il nucleo è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni, ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, moltiplicata per la scala di equivalenza di cui all’articolo 2, comma 4, decreto-legge 48/2023, verificata sulla base delle informazioni rilevabili dall’Isee in corso di validità, dagli archivi dell’Istituto e dalle dichiarazioni rese in domanda;
- un’integrazione al reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione concessa in locazione con contratto regolarmente registrato, quota B, il cui importo, ove spettante, è individuato sulla base delle informazioni rilevabili dall’Isee, in corso di validità fino a un massimo di 3.360 euro.
Come si fa domanda per l’Assegno di inclusione
Può essere richiesto in modalità telematica sul portale dell’Istituto, oppure presso i patronati e/o i Centri di Assistenza Fiscale. Il richiedente, oltre a presentare la domanda, dovrà sottoscrivere un Patto di attivazione digitale (PAD), all’interno del SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa), al quale si accede online, direttamente dal portale Inps, dopo aver presentato domanda di Adi.
Nel dettaglio, la domanda può essere presentata:
- in via telematica attraverso il sito internet istituzionale dell’INPS (www.inps.it), accedendo con SPID, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica;
- presso gli Enti Patronati;
- presso i Centri di Assistenza Fiscale.
Quando arriva il primo assegno sulla Carta di inclusione
Se la procedura va a buon fine, il contributo economico è poi erogato attraverso uno strumento di pagamento elettronico ricaricabile, denominato “Carta di inclusione”, con la quale oltre al soddisfacimento delle esigenze previste per la carta acquisti potranno essere eseguiti prelievi di contante entro un limite mensile di 100 euro per un singolo individuo, moltiplicato per la scala di equivalenza, e potrà essere eseguito un bonifico mensile in favore del locatore indicato nel contratto di locazione.
Ma quando arriva, dopo la presentazione della domanda, il primo assegno? L’erogazione del beneficio avverrà, a seguito della verifica dei requisiti, a decorrere dal mese successivo alla sottoscrizione del PAD. L’erogazione è poi condizionata alla partecipazione a un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa.
I componenti del nucleo familiare beneficiario di ADI, di età compresa tra 18 e 59 anni, con responsabilità genitoriali attivabili al lavoro, saranno indirizzati ai Centri per l’impiego o ai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro per la sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato (PSP). Il percorso di politica attiva può prevedere anche la partecipazione a Progetti utili alla collettività.
Su questa pagina tutti i requisiti nel dettaglio e il link per presentare domanda.
Le ultime cose da sapere sul Reddito di cittadinanza
La Carta RdC rimane operativa nei primi mesi del 2024 per consentire l’utilizzo degli importi accreditati nel caso di rate arretrate e della eventuale quota a titolo di Assegno unico e universale. Dallo scorso 30 novembre 2023 non possono essere acquisite nuove domande di Reddito di Cittadinanza. Il 30 novembre è stato anche il termine per la comunicazione da parte dei servizi sociali dell’eventuale presa in carico dei nuclei familiari che cessano la fruizione del beneficio alla settima mensilità.
I nuclei che hanno fruito della settima mensilità del RdC a ottobre, senza avere i requisiti per continuare a fruire del beneficio, il 15 dicembre hanno ricevuto il pagamento della rata di novembre, purché risultassero presi in carico dai servizi sociali. La mensilità di dicembre verrà invece corrisposta il 27 dello stesso mese. Nel caso in cui tali nuclei familiari non risultino presi in carico, non potranno più fruire della misura. Alle medesime scadenze del 15 e del 27 dicembre l’Inps corrisponde gli eventuali pagamenti arretrati nonché quello del corrente mese ai nuclei già sospesi cui, per effetto della presa in carico da parte dei servizi sociali, sia riconosciuta la prosecuzione del beneficio.
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Fonte : Today