Ode a Ornella Vanoni, cantante, cantautrice, attrice, artista che attraversa e ha attraversato da protagonista il mondo della Cultura e della Musica mondiale, tornata con un album live, “Calma Rivoluzionaria”, riassunto dei suoi incontri musicali.
Calma rivoluzionaria è la canzone con l’ultimo dalliano, Samuele Bersani, Anima è la canzone di Pino Daniele, una delle due voci preferite da Ornella Vanoni (“Pino era la voce del cuore, una voce meravigliosa”), poi ci sono le canzoni brasiliane, quelle tradotte da bardotti, suonate con Vinícius de Moraes e Toquinho, scritte da Chico Buarque, insomma, un mondo che la cantante e cantautrice ha contribuito a sdoganare in Italia assieme al fidatissimo Sergio Bardotti, poi ci sono le canzoni di Luigi Tenco e l’immancabile dedica a Gino Paoli. Insomma nell’ultimo album live di Ornella Vanoni c’è tutto, anche parti parlate in cui racconta la propria vita, forse, manca solo una cosa, a ben guardare, ovvero la cantautrice Vanoni, la songwriter in grado di scrivere canzoni come “Musica, musica” o “Vai, Valentina”, entrambe raccolte nell’album “Duemilatrecentouno parole”, quelle scritte proprio da lei, che le valse anche un Premio Tenco il primo assegnato a una donna in quella categoria
Succede, insomma, che quando pensi di sapere più o meno tutto di Ornella Vanoni spunta sempre qualcosa di nascosto, laterale, ma mai banale. Tutti la conoscono come interprete, ma lei ha scritto e vinto premi, antesignana di qualcosa che all’epoca era difficilissimo affermare, e infatti in pochi conoscono questo lato o, quantomeno, in pochi lo ricordano e glielo riconoscono (è anche un po’ la storia di Rita Pavone, anch’essa autrice, ma nota solo come interprete). La vita di Vanoni è quella di una ragazza che si ritrova, come racconta spesso, quasi improvvisamente al tavolo con Giorgio Strehler, a cenare con Bertold Brecht, Herbert Von Karajan, ad avere storie d’amore con Hugo Pratt, che quando era a Buenos Aires andava ad ascoltare le conferenze di Jorge Luis Borges sul buddismo e conoscerlo perché “la vita è l’arte dell’incontro, se ti interessa qualcuno, lo devi cercare finché lo trovi” come mi ha detto quando ho avuto la fortuna di presentarla a Roma.
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Tutto ciò senza contare le sue storie di vita brasiliane, di quando usciva con un giovanissimo Caetano Veloso che aveva 17 anni “e credo non cantasse ancora” cecando di evitare le barate, le blatte che infestavano il Brasile, oppure di quella volta che doveva parlare di lavoro con Chico Buarque ma si ubriacarono e se ne dimenticarono: “Ci siamo incontrati in una chacaçeria, dovevamo parlare di lavoro, io volevo il testo di Oh que serà, solo che ci siamo talmente ubriacati che ci siamo salutati e ci siamo dimenticati di fare quello che dovevamo. Ai non astemi capita”. Nell’album, quindi, ci sono brani come “Io so che ti amerò” e “Samba par Vinicius”, oltre a L’amore e la pazzia: “Il disco che ho fatto con Vinicius e Toquino (“La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria”, ndr) fa parte dei capolavori degli anni 80, è il più bello dei dischi brasiliani, anche perché Bardotti, che era il traduttore di Vinicius, lo ha voluto far parlare, quindi la canzone è alternata al parlato”.
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In un album che raccoglie le sue canzoni non può mancare quella più amata dal pubblico, “L’appuntamento”, che, come ha più volte spiegato, però, l’ha stancata un po’: “Non posso liberarmi da L’appuntamento, tutto il mondo la conosce, è quasi come se avessi fatto solo quella. Però devo ammetterlo, c’ha qualcosa, forse sarà per questa frase: ‘Ho sbagliato tante volte ormai’ che potresti cantare anche a 11 anni. È una canzone universale, ha una melodia che ti prende molto, poi è stata inserita anche in Ocean’s Twelve”. Ci si perderebbe nella musica di Vanoni, ma anche nei suoi racconti. Essendo nata artisticamente a teatro, introdotta nel mondo della Cultura da Giorgio Strehler di cui è stata compagna, Vanoni ha incontrato, conosciuto, scambiato opinioni con il mondo della Cultura e della Musica mondiale, cosa che vive con estrema leggerezza: la sua cultura e la sua intelligenza sono sempre accompagnate da una buona dose di ironia.
C’è stato chi ha scambiato questa voglia di leggerezza con frivolezza, senza capire che è sempre lei, Ornella Vanoni, ha decidere e guidare i giudizi. Quando parla delle canne prima di andare a dormire, sa perfettamente quello che dice e come può essere interpretata, sa perfettamente in quale direzione puntare, quale messaggio dare, non c’è mai semplice sbadataggine. Credersi più intelligenti di lei è un errore da non commettere mai, una sciocchezza da evitare, non fosse altro perché di Musica e Cultura Vanoni potrebbe raccontarne a bizzeffe, non solo il gossip, che pure ha alimentato, eccome se ha alimentato!, ma proprio il racconto di come la sua musica, il mondo discografico, il suo ruolo all’interno della musica sono cambiati.
In questi anni questo suo modo di porsi in pubblico ha avvicinato a lei e alla sua musica anche tantissimi giovani, sia per quanto riguarda il pubblico che gli artisti – ormai è virale il racconto di una cena mancata con Marracash, raccontata al podcast di Gianluca Gazzoli “Passa al BSMT” – e i giovani sono uno dei suoi argomenti preferiti: “Oggi, purtroppo, molti ragazzi non riescono a trovare una strada, ci si occupa poco dei giovani, in Italia, si parla sempre di vecchi e del tentativo di far invecchiare la gente ancora più tardi, una cosa orribile! – come ci ha raccontato presentando l’album a Roma -. Ma perché bisogna vivere di più di quello che ci tocca vivere, io voglio vivere finché mi tocca vivere però fammi vivere bene fino a quel momento. Chi se ne frega di vivere fino a 200 anni, pensa che due coglioni! Hai visto tutti, hai parlato con tutti, hai letto tanto… Che si doveva morire lo sapevo, ma di diventare vecchie non l’avevo previsto”.
Fonte : Fanpage