“La ricerca cambierà il mondo”. Ha 30 anni la ricercatrice italiana che ha vinto il premio europeo Scienziata dell’Anno nel settore idrogeno. Si chiama Elena Crespi, è la Young Scientist 2023: il premio le è stato conferito a Bruxelles dalla Hydrogen Europe Research, organizzazione internazionale che comprende 150 università e centri di ricerca di 29 Paesi. Elena lavora alla Fondazione Bruno Kessler di Trento, al primo posto per l’eccellenza scientifica.
“Vivo questo premio come un segno che sono sulla strada giusta”. Il riconoscimento, infatti, punta a trattenere i migliori ricercatori all’interno del settore e a incentivare le loro attività di ricerca per ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera.
Cosa fai esattamente? “Sto studiando le tecnologie che permettono di produrre idrogeno (gli elettrolizzatori) e i sistemi che utilizzano l’idrogeno per produrre elettricità (le Fuel Cells, o celle a combustibile). Si tratta di sistemi complessi e con molti componenti. Durante la mia ricerca ho creato modelli che simulano il loro comportamento per capire come migliorarne l’efficienza. L’obiettivo finale della ricerca è utilizzare idrogeno per de-carbonizzare. Negli elettrolizzatori, infatti, l’idrogeno è prodotto senza inquinare, partendo da elettricità rinnovabile e acqua. Oggi nell’80% dei casi si produce invece l’idrogeno con altre tecnologie, partendo dal metano o addirittura dal carbone”.
Di Varese, laurea in Ingegneria Energetica al Politecnico di Milano. L’interesse per l’idrogeno nasce durante gli anni dell’Università, frequentando un semplice corso. Poi l’argomento diventa passione e la sua tesi di laurea magistrale. Nel 2022 fa un dottorato di ricerca in Scienze e Tecnologie Energetiche e Nucleari e continua a studiare Fuel Cells ed elettrolizzatori (che sono a monte del sistema). La sua tesi di dottorato riceve il premio AIMSEA, con una borsa di studio. In quegli anni, Elena fa un’application al Centro Sustainable Energy della Fondazione Bruno Kessler. Viene assunta. “Nel nostro centro siamo 40 ricercatori divisi in due aree: chi si occupa di sistemi a idrogeno e chi di batterie. Partecipiamo a bandi europei finanziati dalla Clean Hydrogen Partnership. Lavoriamo in gruppi, occupandoci di diversi progetti, facendo anche trasferimento tecnologico e consulenza alle aziende”.
Quali sono i vantaggi dell’idrogeno?
“L’idrogeno è un vettore energetico. Importante per de-carbonizzare, permette anche una maggiore penetrazione di fonti rinnovabili ed è perfetto per stoccare l’energia. Con gli elettrolizzatori si può produrre idrogeno utilizzando l’elettricità prodotta dal sole e dal vento. Si può stoccare questo idrogeno anche per un lungo periodo. Utilizzando le Fuel Cells, si può infatti riconvertire l’idrogeno in elettricità, quando non c’è il sole o non c’è il vento. Questa tecnologia esiste da tempo, ma è poco utilizzata perché poco efficiente e molto costosa. Con la nostra ricerca puntiamo ad aumentarne l’efficienza, ossia produrre più idrogeno possibile con la stessa quantità di elettricità, e al tempo stesso diminuire i costi di produzione”.
Quella di Elena è stata un’infanzia passata all’aria aperta a fare sport e a contatto con gli animali. “Forse la mia attenzione per l’ambiente è nata proprio in quegli anni da bambina a contatto con la natura”. Alla fine delle scuole superiori decide di studiare le energie rinnovabili. “Volevo fare qualcosa che potesse servire al mondo”. Ora sogna di continuare a fare ricerca e di scoprire qualcosa di nuovo. “Vorrei dare un contributo a questo settore. Sto lavorando per creare un mondo migliore. Un Pianeta meno inquinato”. Crede nel futuro dell’idrogeno. “Potrà contribuire alla transizione energetica e mi auguro che questo avvenga il prima possibile entro il 2030”.
Cosa insegna la tua storia alle nuove generazioni?
“Mi sono semplicemente impegnata nello studio e nel lavoro. Non ho fatto enormi sacrifici. Ma credo che basti l’impegno per raggiungere risultati. E vale davvero la pena mettersi in gioco per fare qualcosa di positivo. Non avrei immaginato che la mia vita fosse nel mondo della ricerca. Mi sono appassionata facendola”.
Figlia di impiegati contabili in pensione. “A loro va il mio grazie più grande. Per avermi permesso di studiare, di credere in me stessa e di scegliere quello che era giusto per me”. Una sorella veterinaria. “Alle ragazze dico di non aver paura a fare il lavoro dei propri sogni o di scegliere le materie scientifiche. L’idrogeno è un campo ancora maschile, ma iniziano a vedersi tante giovani promesse. La ricerca è un mondo bellissimo, è l’unico modo che abbiamo per scoprire cose nuove, cercare di risolvere problemi e trovare soluzioni, magari in luoghi inimmaginabili”.
Fonte : Repubblica