Miracolo a Natale. Un decreto pubblicato da Palazzo Chigi può far scendere i prezzi in tutta Italia, come il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Effetto Meloni o effetto farfalla, il governo si è preso il merito dell’inflazione rallentata e del minor prezzo dei carburanti grazie al carrello tricolore e all’esposizione del prezzo medio ai distributori di benzina. Bastava volerlo, metterlo per iscritto e meraviglia, i prezzi sono scesi. Un miracolo. Anche perché non si spiega altrimenti. E visto che siamo alla fine dell’anno ed è tempo di bilanci, il governo si intesta anche un altro prodigio: l’Italia è diventata la locomotiva d’Europa.
Ministri e membri della maggioranza lo ripetono come una litania, da mesi: l’Italia cresce più degli altri. Tutti gli stati europei si aggrappano alla locomotiva tricolore per venire trascinati via, inesorabilmente, sul sentiero della crescita e del benessere. Purtroppo dirlo a oltranza non migliorerà la situazione: le previsioni di Ue, Fondo monetario internazionale e Ocse dicono diversamente. Nel grafico potete vedere la posizione dell’Italia secondo le previsioni di autunno della Commissione Europea: più che locomotiva l’Italia sembra stare verso la fine del convoglio, in seconda classe.
Ma attenzione, non ci sono solo i miracoli, parliamo anche di apparizioni: chi se la ricorda l’accisa mobile?
L’apparizione: l’accisa è mobile
L’accisa mobile è apparsa per poi sparire. La misura fa parte dei proclami del governo rimasti tali a cui poi è seguita la dura realtà delle cose. Per contrastare l’aumento dei prezzi dei carburanti il governo Meloni l’aveva proposta a gennaio 2023. Il meccanismo non è nuovo, risale al 2008: in breve, è una rinuncia da parte dello Stato all’incasso dell’Iva sulle accise in presenza di determinati aumenti dell’indice petrolifero Brent, per proteggere gli automobilisti da prezzi più alti.
Il decreto del governo però non introduceva alcun automatismo e lasciava tutto nel campo delle possibilità. Dopo l’apparizione, la scomparsa: l’accisa mobile non è mai stata adottata, anche perché le casse dello Stato hanno beneficiato dell’aumento del prezzo dei carburanti in un momento storico di magra economica. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nei soli primi dieci mesi del 2023 l’Erario ha incassato quasi 20 miliardi di euro dalle accise sui prodotti energetici. Di questi tempi vuol dire quasi quanto una manovra finanziaria.
Dunque niente accisa mobile, ma nemmeno taglio delle accise, vecchio cavallo di battaglia del centrodestra. Le volevano abolire “tutte”, ma solo in campagna elettorale. Bei tempi quando Meloni andava in giro per i benzinai a chiedere il prezzo della benzina o di quando Salvini scriveva alla lavagna di voler tagliare “sette accise”, taglio mai visto anche perché l’impostazione mostrata dal leader della Lega non esiste più da decenni. Più che “mobile” l’accisa è “immobile”: è rimasta lì dov’era.
Dunque l’accisa mobile per come è apparsa è sparita, visto che nel frattempo i prezzi dei carburanti sono scesi. Miracolo?
Il miracolo: i cartelli che fanno scendere i prezzi dei carburanti
Nel 2022 il governo Draghi aveva tagliato le accise, nel 2023 l’attuale governo le ha reintrodotte, provocando un fisiologico aumento dei prezzi. Tuttavia, Meloni & co. hanno attribuito gli aumenti a un nemico immaginario, la “speculazione”, che hanno deciso di combattere con uno strumento formidabile: un cartello. Così, si è deciso di obbligare i benzinai a esporre i prezzi medi regionali accanto a quelli praticati.
In Italia la benzina dovrebbe costare meno che nel resto d’Europa
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, annunciava con orgoglio: ”Ogni cittadino può verificare da solo se il prezzo del benzinaio è in linea con il prezzo medio e quindi può decidere se fare rifornimento. Se il prezzo si discosta molto dal prezzo medio può denunciarlo al ministero”. ll cartello miracoloso con i prezzi medi dei carburanti è entrato in vigore l’1 agosto 2023 ma l’effetto salvifico è arrivato con qualche mese di ritardo.
I grafici mostrano rispettivamente l’indice Brent – il riferimento per la formazione del prezzo del petrolio, materia prima dei carburanti – e l’andamento dei prezzi di benzina e diesel in Italia. La freccia rossa indica l’1 agosto, la data di entrata in vigore dei cartelli con i prezzi medi regionali e l’effetto presunto non si vede: da lì in poi i prezzi aumentano per poi scendere, a ottobre. Non c’è stato nessun miracolo: il prezzo dei carburati ha seguito l’andamento del Brent, come sempre, a dispetto dei meriti che il ministro Urso dà alla sua “operazione trasparenza”.
Anche l’Antitrust (Agcm) aveva smontato sul nascere l’operazione: l’autorità l’ha definita “non necessaria”, in quanto “appaiono incerti i benefici per i consumatori, a fronte invece di un possibile rischio di riduzione degli stimoli competitivi”. Il potente strumento dei cartelli pensato dal Ministero di Urso “al di là dei possibili oneri aggiuntivi per gli esercenti, potrebbe perfino indurre in confusione alcuni consumatori”, è il parere dell’Agcm. Non solo nessun miracolo sui prezzi: anche potenziali danni.
Il carrello tricolore, che botta ai prezzi
L’ultimo strumento miracoloso è il Carrello tricolore. Ancora una volta, il luogo in cui accadono le cose è il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’iniziativa metteva in sconto del 10% alcuni prodotti di prima necessità nei supermercati aderenti per “favorire il contenimento dei prezzi e tutelare il potere di acquisto dei consumatori, specialmente delle famiglie, al fine di contrastare la spinta inflazionistica ed evitare che diventi strutturale”, si leggeva sul sito del governo il giorno della firma del “patto” con le imprese del settore.
Lodevole lo sforzo, esagerate le esultanze. Gli sconti modesti hanno prodotto risparmi intorno all’euro e, di certo, non hanno invertito l’andamento dell’inflazione. Un dato semplice da leggere: in generale, i prezzi in Italia sono in discesa, è vero, ma alcuni dei prodotti in sconto che fanno parte proprio del Carrello tricolore stanno continuando a salire di prezzo, come frutta fresca, olio e prodotti per l’infanzia.
Abbiamo provato il ‘Carrello tricolore’ e il risparmio è ridicolo: 2 euro
Ora il “Trimestre anti-inflazione” verrà sospeso come da programma perché per il ministro Urso “l’obiettivo è stato raggiunto”. Missione completa dunque, anche quest’anno abbiamo delle storie di Natale da raccontare grazie ai miracoli del governo che per decreto fa diminuire i prezzi e a parole migliora l’economia. Non resta che aspettare: chissà cosa accadrà a Pasqua.
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Fonte : Today