Gli israeliani sparano contro civili in una parrocchia a Gaza, uccise madre e figlia

I soldati israeliani hanno oggi attaccato la parrocchia della Sacra Famiglia, a Gaza City. Nel luogo sacro cristiano, come riporta Vatican News, sarebbero state uccise due donne, probabilmente madre e figlia, la seconda assassinata mentre cercava di soccorrere la madre raggiunta dai colpi di fucile dei militari israeliani. Tra i feriti, riporta ancora la testata vaticana, ci sarebbe un uomo in gravissime condizioni. Gli israeliani avrebbero giustificato l’attacco dicendo che nella parrocchia sarebbero custodite delle armi, nello specifico un lancia missili. Diversi civili si sono rifugiati nell’edificio, e i militari avrebbero sparato contro chiunque tentasse di allontanarsi.

“Sono momenti di panico nella parrocchia di Gaza, stanno attaccando il complesso e la paura, soprattutto tra i bambini e gli anziani, è incredibile. Tutti sono a terra per paura di essere colpiti”, sono le concitate informazioni riportate dall’Ansa che arrivano dalla parrocchia cattolica della Striscia, dove da due mesi sono rifugiate circa 600 persone. Secondo le stesse fonti i cecchini sparerebbero a chiunque si muova all’interno della parrocchia, un compound di diversi edifici.

“Sono stati giorni terribili. La mia famiglia, nella Chiesa cattolica di Gaza, riferisce di utilizzo di fosforo bianco e di colpi di armi da fuoco nella struttura. L’addetto alla raccolta dei rifiuti e il custode sono stati uccisi e i loro corpi giacciono all’esterno e non vengono raccolti. Anche i generatori hanno smesso di funzionare e quindi le telefonate sono a corto raggio. Naturalmente non c’è internet. Sono disperati e terrorizzati. Sono passati più di 60 giorni e la situazione non fa che peggiorare”, ha scritto su X la deputata britannica Layla Moran.

La parrocchia latina della Sacra Famiglia a Gaza, che in queste ore è circondata dall’esercito israeliano e sotto il tiro di cecchini, secondo quanto riferito all’Ansa da fonti della Chiesa cattolica locale, è l’unica parrocchia cattolica della Striscia. I fedeli normalmente erano circa 150 ma dallo scoppio della guerra, il 7 ottobre, la parrocchia accoglie circa settecento persone anche perché le strutture di altre chiese cristiane erano già state attaccate e in alcuni casi distrutte. Si tratta della parrocchia che quotidianamente riceve la telefonata di Papa Francesco. A parlare con il Pontefice è normalmente suor Nabila Saleh.

A reggere la parrocchia in questo contesto così difficile è il vice parroco Jusuf Asad, dal momento che il parroco, l’argentino padre Gabriel Romanelli, il 7 ottobre era fuori Gaza per acquistare delle medicine e non vi ha potuto più fare ritorno. Il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, si sarebbe subito attivato con le autorità israeliane che comunque non hanno fermato l’operazione. In questi due mesi, nonostante gli avvertimenti dell’esercito israeliano, che considera la zona della parrocchia un obiettivo militare, di fatto la Sacra Famiglia è rimasta una sorta di zona franca. Era stata uccisa solo una anziana cristiana che era uscita per andare a vedere in quali condizioni fosse la sua casa. “Secondo le informazioni trapelate, l’operazione sarebbe scattata per la presunta presenza di un lanciamissili nel complesso”, riferisce l’Osservatore Romano.

Continua a leggere su Today.it

Fonte : Today