Un ragazzo di 19 anni è stato arrestato per atti persecutori aggravati nei confronti della fidanzata che, terrorizzata, prima lo ha lasciato e poi si è rivolta ai carabinieri. Le indagini dei militari della stazione di Chiaia hanno consentito di documentare “condotte minatorie, morbose e moleste reiterate, tutte guidate – spiegano gli investigatori – da una forte gelosia e, una volta terminata la relazione sentimentale tra i due ragazzi, dalla mancata accettazione della situazione di fatto”. Prima dell’arresto del ragazzo, eseguito su disposizione del gip di Napoli, il quale ha accolto la richiesta della procura, i carabinieri hanno collocato al polso della ragazza il “mobile angel”, l’orologio anti-violenza collegato alla centrale operativa che la vittima ha azionato più volte. Il 19enne è il nipote del defunto boss dei Quartieri Spagnoli Antonio Ranieri, detto “Polifemo”: era il nonno materno, che il ragazzo evocava spesso e con il cui nome si faceva chiamare.
“Elimina i contatti maschili dalla rubrica e dai social. Non frequentare le amiche e non vestirti in modo vistoso. Io ti uccido, uccido tuo padre, devi stare con me”, sono alcune delle pretese e delle minacce che il 19enne rivolgeva alla ragazza. “A chi va a ballare e incontra la mia ex… sequestratela, vi do 500 euro…”, però poi “a chi solo la guarda siate pronti a una pioggia di proiettili”, diceva il giovane in un messaggio sui social dopo il rifiuto della ragazza di andare a ballare con lui. Le minacce di morte sono aumentate nel corso del tempo, tanto che la ragazza per 4-5 volte è stata costretta a chiedere aiuto ai carabinieri con l’orologio anti-violenza. Le minacce non riguardavano solo lei, ma tutta la sua famiglia e pure un ex fidanzato con il quale la ragazza non aveva più nulla a che fare da tempo.
Tra l’altro, la giovane aveva paura che venisse ucciso anche il padre, oppure che venisse incendiata la sua casa, e per questo cercava di andare a dormire dalla sue amiche. Secondo quanto ricostruito, non si recava più al lavoro, usciva di casa raramente e solo in compagnia di qualche parente. Le minacce si sono poi intensificate soprattutto lo scorso novembre, dopo la denuncia che la ragazza è stata costretta a integrare: “Vai a ritirare le denunce… prendo tutta la benzina e vi incendio casa… ma se arriva il 31 dicembre io, sull’anima del nonno, non restare a casa perché questa casa non la tieni più…”. L’accusa di atti persecutori aggravati si aggiunge a quelle di rapina e lesioni aggravate notificategli nei giorni scorsi, sempre dai carabinieri, per aver spaccato una bottiglia in testa a un negoziante che poco prima aveva rapinato.
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Fonte : Today