“Costruiamo un reattore a Milano”: Matteo Salvini insiste sulla centrale nucleare in Lombardia

“Nel mondo sono 56 i reattori ora in costruzione. Io per primo dico perché non costruire il 57esimo reattore a Milano? Sono sicuro che sia un’energia pulita e sicura”: la proposta (ancora una volta) fatta dal vicepremier Matteo Salvini.

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Ancora una volta Matteo Salvini ha lanciato la sua sfida sul nucleare a Milano. Questa volta lo fa ai microfoni dell’evento “L’Italia dei sì – 2023-2032, Progetti Grandi”, al Mind di Rho: qui oggi venerdì 15 dicembre il ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha ribadito di “costruire un reattore nucleare a Milano”.

Poi ha tenuto a precisare: “La sfida del futuro è quella del nucleare. Il dibattito non è essere pro o contro. Oggi in Europa ci sono 128 centrali nucleari. Il resto del mondo corre. Il totale dei reattori funzionanti, nel mondo, è di 437 in 32 diversi Paesi. 56 sono i reattori ora in costruzione”. Da qui la sua proposta: “Io per primo dico perché non costruire il 57esimo reattore a Milano? Sono sicuro che sia un’energia pulita e sicura”.

Il vice premier aveva fatto la stessa proposta durante un evento a Roma lo scorso ottobre. Allora Salvini era entrata nel dettaglio con le tempistiche: “Ho chiesto ai tecnici del mio ministero. Se partiamo nel 2024, nel 2032 possiamo accendere il primo interruttore di una centrale nucleare. Si può fare”. Ribadendo anche due mesi fa che “la prima centrale la vorrei a Milano. Da milanese, lo vorrei un reattore di ultima generazione nella mia città”.

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Anche questa volta la proposta di Matteo Salvini è respinta dal sindaco di Milano Giuseppe Sala: “Non so se è una battuta o se è realtà – ha detto – è chiaro che non è certamente nei nostri programmi. Diciamo che da qui al 2032 (l’anno indicato da Salvini, ndr) la vedrei dura, pensando e sperando di governare fino al 2027”. E ancora: “Non sarei favorevole per una serie di motivi. Non voglio essere ideologicamente contrario a ogni forma di energia che non sia solo alternativa, ci mancherebbe altro. Non lo vorrei essere né politicamente né pragmaticamente, anche nel mio ruolo da azionista di A2A. Credo che si debbano trovare delle vie di equilibrio. Per esempio, noi stiamo spingendo A2A a fare business, a riconvertirsi in maniera significativa. Ci vuole buon senso”.

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Fonte : Fanpage