La destra francese copia quella italiana e prova a vietare la carne coltivata in laboratorio. I parlamentari del gruppo Les Republicains, fondato dall’ex presidente Nicolas Sarkozy, hanno presentato in Parlamento un disegno di legge omologo a quello recentemente approvato in Italia, che chiede il divieto di produrre, commercializzare e vendere la carne sintetica in Francia.
I prodotti dell’agricoltura cellulare sono già stati vietati in Francia dalla legge Clima e resilienza del 2021, ma solo per la ristorazione collettiva, lasciando intatta la possibilità di effettuare ricerche in merito o di commercializzare questi prodotti nei supermercati o nella ristorazione commerciale e al dettaglio. Tuttavia, ad aprile 2023, un gruppo di senatori ha promosso un rapporto sulla “carne in vitro”, ribadendo la sua opposizione etica e culturale in merito.
“La visione puramente utilitaristica del cibo è l’opposto della tradizione francese, che lo vede prima di tutto come un fatto culturale e sociale”, hanno scritto i senatori, guidati da Olivier Rietmann, membro de Les Republicains e agricoltore di professione. Nessun accenno a ragioni di carattere sanitario o ecologico quindi, che però sono comparsi all’interno della nuova proposta di legge, pur se non supportati da dati scientifici.
Il testo presentato alla Camera, chiede infatti il divieto alla produzione e alla commercializzazione della carne coltivata in nome “dell’interesse della salute umana, della salute degli animali e dell’ambiente”, senza però specificare esattamente quali pericoli possa comportare alla salute o all’ambiente.
In ogni caso, questo argomento non sembra essere tra le priorità del governo francese, che non ha lanciato campagne o proposte contro questi prodotti come invece fatto da quello italiano e, in particolare, dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, promotore della legge approvata lo scorso 16 novembre. Legiferare sul tema è decisamente prematuro, mancando sia una normativa europea sia un’effettiva diffusione della carne coltivata e qualunque divieto potrebbe crollare se le istituzioni e le agenzie europee dovessero valutare i prodotti sicuri per il consumo.
Fonte : Wired