L’Agcom fissa nuovi paletti per tutelare gli utenti dei servizi di telefonia dai rincari legati all’inflazione (che comunque non vengono scongiurati). Il caso nasce dopo che alcune compagnie telefoniche hanno predisposto delle rimodulazioni tariffarie automatiche per adeguare il canone all’indice dei prezzi al consumo dell’Istat, mossa contestata da diverse associazioni dei consumatori. L’Autorità garante nel settore delle comunicazioni è intervenuta sul tema approvando un nuovo regolamento che non salverà i clienti dai rincari, ma darà loro la possibilità di non accettare le nuovi condizioni, oppure (in alcuni casi) di cambiare offerta o gestore senza pagare una penale.
Per far scattare gli aumenti serve il consenso del cliente
L’Agcom ha stabilito che la proposta di modifica delle condizioni contrattuali “al fine di prevedere un adeguamento periodico all’indice dei prezzi al consumo” potrà “essere attuata solo dopo esplicita accettazione, in forma scritta, da parte dell’utente finale”. Le compagnie telefoniche dunque potranno applicare i rincari solo dopo che il cliente avrà dato l’ok. “In caso di mancata accettazione – si legge – restano in vigore le condizioni contrattuali già previste”.
Il regolamento ricorda quindi che i “contratti con previsione di adeguamento all’indice dei prezzi al consumo” possono essere basati sull’applicazione senza correttivi dell’indice Istat o con correttivi, ad esempio prevedendo soglie minime di aumento. Nel caso in cui un utente abbia aderito a un contratto indicizzato che prevede dei correttivi può chiedere il recesso senza costi. Viceversa, se il contratto non prevede alcun correttivo se l’utente decide di recedere dal contratto “sono applicati i costi previsti”.
Se l’aumento è troppo alto si può cambiare offerta
Sono poi previste altre tutele per gli utenti. Una di queste è che se l’adeguamento è superiore al 5% il cliente può passare (senza pagare nulla) a un’offerta che non preveda il meccanismo di indicizzazione. Il regolamento Agcom prevede inoltre che l’adeguamento non possa avvenire prima di 12 mesi dall’adesione contrattuale. Inoltre, le compagnie telefoniche sono obbligate ad applicare anche eventuali decrementi dell’indice Istat, “diminuendo le tariffe in misura corrispondente alla riduzione”.
Un altro punto da sottolineare è che il nuovo regolamento “si applica a tutti i contratti indipendentemente dal momento della stipula”.
Per questo motivo” eventuali clausole di adeguamento dei prezzi al consumo già comunicate e introdotte nei contratti devono considerarsi nulle in assenza della raccolta di un consenso esplicito”. Insomma, i rincari già applicati sulle tariffe sono da considerarsi non validi, a meno che non ci sia stato l’assenso del cliente.
Gli aumenti dovranno essere comunicati in modo trasparente (con una tabella)
Nel regolamento si insiste molto sulla trasparenza. Le informazioni “agli utenti finali sulla presenza di eventuali clausole di indicizzazione vanno incluse nella descrizione delle offerte commerciali insieme alle condizioni economiche base delle stesse e poste in evidenza su tutti i canali di comunicazione, quali, il sito web, le comunicazioni televisive” o “altri canali di trasmissione, come i social network”. Gli operatori dovranno inserire una tabella, “visibile nella descrizione principale del prezzo dell’offerta, con gli incrementi del canone per i seguenti indici di inflazione: 2%, 3%, 4%, 5%, 6%, 7%”.
Dopo 2 anni si può recedere dal contratto senza costi
Un altro punto importante fissato dall’Agcom è che a prescindere dal tipo di contratto sottoscritto, dopo 24 mesi dalla stipula del contratto l’utente “ha il diritto di recedere in qualsiasi momento con un preavviso di massimo un mese e senza incorrere in alcuna penale né costi di disattivazione, eccetto quelli addebitati per la ricezione del servizio durante il periodo di preavviso e gli eventuali costi da recuperare per l’apparecchiatura terminale”.
“Provvedimento senza precedenti che tutela i consumatori”
“Si tratta di un provvedimento senza precedenti che tutela tutti i consumatori rispetto alle condizioni contrattuali che gli operatori applicano ai servizi di telefonia e internet, e che darà il massimo delle garanzie a partire da un accesso chiaro ed esaustivo alle informazioni utili per la stipula dei contratti” è stato il commento della commissaria Agcom Elisa Giomi, relatrice del documento. Secondo Giomi “gli utenti saranno finalmente al riparo dagli aumenti automatici dovuti all’inflazione e dai costi di recesso quando si vuole cambiare operatore. Una misura sociale di sistema quindi che segna un avanzamento importante nella realizzazione del circuito virtuoso tra consumatori e imprese, come è nei compiti dell’Autorità”.
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Fonte : Today