Filippo Turetta: cos’è questa storia dell’omicidio “preordinato”

Per evitare l’accusa di aver premiditato l’omicidio di Giulia Cecchettin (aggravante che rischia di costargli l’ergastolo) Filippo Turetta potrebbe giocarsi la carta della “preordinazione”. Lo scrive oggi “Il Messaggero” che cita una sentenza della Cassazione Penale del 2022 secondo cui affinché scatti l’aggravante della premeditazione occorre che ci sia un persistente pensiero omicida per un determinato e ampio lasso di tempo.

Secondo questa sentenza, “l’intervallo di una notte tra la preparazione e l’esecuzione” non è “sicuro indice rivelatore della premeditazione, che si sostanzia in una deliberazione criminosa coltivata nel tempo e mai abbandonata”. La stessa “predisposizione di un agguato” peraltro non deve per forza significare che c’è stata premeditazione, “perché ciò attiene alla realizzazione del delitto e non è sufficiente a dimostrare l’esistenza di quel processo psicologico di intensa riflessione e di fredda determinazione che caratterizza” gli omicidi premeditati.  

Cos’è la “preordinazione”

I giudici citano poi un’altra sentenza del 2015 per introdurre il concetto di “preordinazione” inteso “come apprestamento dei mezzi minimi necessari all’esecuzione” di un delitto. Nella sentenza viene spiegato che la “preordinazione” non è sufficiente “ad integrare l’aggravante della premeditazione, che postula invece il radicamento e la persistenza costante, per apprezzabile lasso di tempo, nella psiche del reo del proposito omicida, del quale sono sintomi il previo studio delle occasioni ed opportunità per l’attuazione, un’adeguata organizzazione di mezzi e la predisposizione delle modalità esecutive”. 

Quale sarà la strategia di Turetta? 

Nel corso dell’interrogatorio in carcere, Filippo Turetta ha detto ai magistrati che la notte del delitto gli è “scattato qualcosa in mente”. Non sappiamo però se e in che modo il giovane abbia spiegato la presenza in auto dei coltelli, dei sacchi e del nastro adesivo. Puntando sulla “preordinazione” del delitto Turetta potrebbe sostenere di aver preparato l’omicidio poco prima di compierlo, senza tra il pensiero e l’atto ci fosse uno spazio di tempo sufficiente a far scattare la premeditazione.

In un’altra sentenza della Cassazione penale viene infatti precisato che la premeditazione si verifica solo quando c’è “apprezzabile intervallo temporale tra l’insorgenza del proposito criminoso e l’attuazione di esso, tale da consentire una ponderata riflessione circa l’opportunità del recesso”.

È il caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin? Non spetta a noi rispondere, ma è lecito immaginare che la battaglia processuale tra accusa e difesa verterà proprio su questo aspetto. 

L’auto di Turetta in Italia

Intanto venerdì sera arriverà in Italia, a Parma, la Fiat Punto nera utilizzata dal giovane per trasportare il cadavere dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin nei pressi del lago di Barcis, prima della fuga in Germania. La vettura era sotto custodia giudiziaria della polizia di Halle da oltre un mese, dal giorno in cui il giovane è stato arrestato nei pressi di Lipsia per l’omicidio della 22enne di Vigonovo.

L’analisi del veicolo e dei reperti al suo interno rappresenta un passaggio importantissimo dell’inchiesta: l’auto potrebbe infatti dare “risposte” concrete sulla dinamica dell’omicidio. Si prenderanno in esame le tracce di sangue presenti sull’auto, utili per ricostruire con esattezza in termini forensi le modalità dell’aggressione di Turetta e soprattutto quando sono state sferrate le coltellate contro la giovane vittima.

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Fonte : Today