Processo Ciro Grillo, la vittima dopo le domande della legale: “Mi sono sentita scorticata ma resisto”

Processo Ciro Grillo

È tornata ancora una volta in aula la ragazza che ha accusato di stupro di gruppo Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. Dopo l’interrogatorio con una dei legali dei quattro imputati, che le ha posto alcune domande intime e durissime, la vittima ha detto ai suoi avvocati: “Mi sento come scorticata. Ma, se deve funzionare così, va bene. Resisto”.

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È stato durissimo l’interrogatorio in aula di Silvia (nome di fantasia, ndr), la ragazza che ha denunciato Ciro Grillo, figlio del fondatore dell’M5s, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia per violenza sessuale di gruppo. Da alcuni giorni è ripreso il processo a porte chiuse nelle aule del tribunale di Tempio Pausania (Sassari) e la vittima della presunta violenza è stata ascoltata nuovamente.

Mi sento come scorticata. Ma, se deve funzionare così, va bene. Resisto“, ha detto al termine della quarta audizione ai suoi legali, si legge sul Corriere della Sera. “È stata dura“, ha aggiunto. La ragazza sarà costretta a ripercorrere i momenti dello stupro, che sarebbe avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella residenza di Porto Cervo, in Costa Smeralda, della famiglia Grillo, anche nei prossimi mesi, il 31 gennaio e il 1 febbraio.

È una ragazza provata, stanca. Ha ricostruito con grande sofferenza i fatti gravissimi oggetto di questo processo. E il calvario non è ancora finito”, ha confermato all’uscita del tribunale Dario Romano, uno dei legali che difendono la giovane assieme all’avvocatessa Giulia Bongiorno.

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L’avvocatessa Cuccureddu dopo le polemiche: “Ho fatto il mio lavoro”

Dopo la polemiche scatenata dalle domande poste durante una delle udienze (“Perché non ha urlato?”, “Perché non si è divincolata?”, “Perché non ha usato i denti?”, “Se lei aveva le gambe piegate, come ha fatto a sfilarle gli slip?”), è arrivata anche la replica della legale che le ha poste, l’avvocatessa Cuccureddu, che difende Francesco Corsiglia.

“Per avere fatto domande che sono lo specifico oggetto del processo, sono stata accusata di avere fatto qualcosa di non opportuno, quando invece fare domande e ricostruire tutto, segmento per segmento, è l’unica cosa da fare. – ha detto Cuccureddu – Per quelle domande in queste ore sto ricevendo continue minacce sui miei profili social. Il presidente e il pubblico ministero mi hanno pubblicamente manifestato solidarietà invitandomi a denunciare“.

Al di là degli insulti sui social, anche associazioni antiviolenza e femministe hanno parlato di un tentativo di colpevolizzare la ragazza per quanto subito. Ma così risponde l’avvocatessa: “Non riuscirete a intimidirmi, io faccio soltanto il mio lavoro“.

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Fonte : Fanpage