La richiesta formulata da una delegazione di esperti internazionali che ha visitato i luoghi di detenzione, compresi i centri di riabilitazione per i tossicodipendenti. Giudicata inadeguata la normativa vigente che risale al 2009.
Manila (AsiaNews) – I rappresentanti dell’Ufficio dell’Alto Commissariato Onu per i Diritti umani (Ohchr) che hanno concluso il 14 dicembre la loro visita nelle Filippine, hanno chiesto la creazione urgente di un organismo nazionale per la prevenzione della tortura. La diffusione del fenomeno – secondo gli esperti Onu – chiama infatti a un’azione rapida e incisiva che faccia della istituzione proposta, dotata di poteri e finanziamenti adeguati, “un partner essenziale nella prevenzione della tortura e dei maltrattamenti nelle Filippine”.
Quella appena conclusa è stata la seconda visita degli specialisti Onu nella prevenzione del fenomeno ed è durata dal 3 al 14 dicembre, giorni in cui hanno visitato una quarantina di luoghi di detenzione in centrali di polizia, carceri, centri di riabilitazione dalla droga, riformatori, centri di detenzione per immigrati, strutture miitari e per la repressione della tossicodipendenza. Qui i delegati (il moldavo Victor Zaharia, capo-delegazione, il mauriziano Satyabhooshun Gupt Domah, la maldiviana Aisha Shujune e il tedesco Martin Zinkler, oltre a due funzionari del’Ufficio dell’Alto commissariato) hanno realizzato interviste con membri del personale e individui detenuti, esaminato i trattamenti imposti ai vari livelli del sistema repressivo e riabilitativo. Durante il loro soggiorno hanno pure incontrato esponenti del governo, membri della Camera, magistrati, rappresentati Onu e della società civile, oltre che avuto colloqui la Commissione nazionale per i Diritti umani.
“Abbiamo visto direttamente le iniziative dello Stato per affrontare questioni come il sovraffollamento delle strutture detentiva, ma restano altre sfide importanti da affrontare. Essenziale è che sotto custodia di polizia i diritti siano effettivamente garantiti in ogni momento e che coloro che sono privati della libertà siano trattati secondo la legge e gli standard internzionali”, ha evidenziato Zaharia.
Le conclusioni della delegazione sono contenute nella dichiarazione preliminare confidenziale consegnata al governo di Manila con la sottolineatura che “l’entità dei problemi osservati conferma l’urgenza di stabilire un meccanismo indipendente per la prevenzione con accesso libero a ogni luogo di privazione della libertà”. A cominciare dall’approvazione rapida di una legge specifica attualmente all’esame della Camera dei rappresentati e del Senato.
Dati all mano, infatti, la legge vigente contro la tortura – risalente al 2009 – risulta ampiamente inadeguata e soprattutto aperta a una discrezionalità nell’applicazione che ha dato luogo a abusi più volte denunciati.
Foto: Philippines Commission on Humnar Rights
Fonte : Asia