Un risarcimento da 1.1 milioni di euro. Questa la somma con cui la Provincia di Ferrara dovrà risarcire i familiari di Valerio Verri, una delle vittime di Norbert Feher, alias Igor “il russo”, ucciso l’8 aprile 2017, nelle campagne del Mezzano. Verri faceva la guardia volontaria nella pattuglia antibracconaggio e quella sera si trovava insieme all’agente di polizia provinciale, Marco Ravaglia, rimasto gravemente ferito.
Secondo la causa intentata dai familiari, della vittima, difesi dagli avvocati Fabio Anselmo e Rita Gavioli, Verri non doveva trovarsi lì il giorno in cui è stato ucciso, perché il killer era già ricercato per l’omicidio di Davide Fabbri una settimana prima a Budrio, in provincia di Bologna. Il giudice del lavoro ha riconosciuto la responsabilità per quello che viene ritenuto un infortunio mortale, e di conseguenza l’ente viene condannato a risarcire il danno non patrimoniale biologico di natura psichica, accresciuto dalla sofferenza, in particolare a moglie e due figli (oltre 300mila euro ciascuno) più il danno patrimoniale per spese di consulenza medica, funerarie e di successione e patrimoniale futuro per la nipote, con in aggiunta interessi e rivalutazione monetaria.
Nonostante Verri fosse un volontario, la Provincia, in quanto datore di lavoro, avrebbe dovuto fare qualsiasi cosa per evitare la tragedia. Una tesi sostenuta dai legali dei familiari: “La morte di Valerio Verri non è solo responsabilità di Igor, il suo assassino. Valerio Verri non doveva essere su quell’auto e quell’auto non doveva essere lì. Chi ha sostenuto il contrario faccia un atto di riflessione profonda e si guardi nella coscienza”. Igor il russo, dopo una latitanza durata otto mesi, è stato arrestato a dicembre 2017 in Spagna, dopo aver commesso altri tre omicidi. Il killer è stato condannato all’ergastolo dalla giustizia italiana e da quella iberica.
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Fonte : Today