Iron Maiden, Bruce Dickinson sulla mancanza di grandi band headliner: “È colpa dei promoter. Hanno preso il controlli di tutto”

Bruce Dickinson, cantante e inesauribile frontman degli Iron Maiden, dopo aver chiuso al festival Power Trip di Indio la prima parte del tour The Future Past Tour con la band leggenda dell’heavy metal è pronto a ripartire con il The Mandrake Project Tour 2024, una serie di concerti (dopo il Sudamerica arriverà in Italia il 5 luglio a Roma) per lanciare The Mandrake Project il suo settimo album solista. «Questo album è un viaggio molto personale, ne sono orgoglioso e voglio fare il maggior numero di concerti possibili in più posti possibili».

Intanto, in una intervista radiofonica in Svezia, ha parlato del futuro del rock dal vivo. Mentre diverse band hanno fatto o stanno programmando il tour di addio, dai Kiss agli Aerosmith agli Eagles, Bruce Dickinson pensa che difficilmente ne arriveranno altre in grado di creare lo stesso tipo di spettacolo. «Le multinazionali dell’intrattenimento musicale hanno ormai preso il controllo di tutto» ha detto il cantante degli Iron Maiden, «Pensano solo a fare soldi e non supportano le band che hanno una storia da raccontare, e che sono capaci di attirare generazioni di pubblico. Ci vuole dedizione per far crescere una band in grado di riempire arene e palazzetti».

La carriera degli Iron Maiden è un esempio di questa dedizione: sono nati il giorno di Natale, 25 dicembre 1975 quando il bassista Steve Harris ha lasciato la sua prima band, gli Smiler, e ha trovato il nome ispirandosi al romanzo La Maschera di Ferro di Alexandre Dumas, e hanno iniziato suonando ogni fine settimana nel pub Cart and Horses a Stratfrod, nell’East End di Londra, hanno esordito nel 1980 con Iron Maiden che va al numero 4 in classifica in Inghilterra e sono andarti in tour come supporto dei Kiss e dei Judas Priest fino alla prima data registrata dalle telecamere al Rainbow Theatre di Londra. Bruce Dickinson arriva nel settembre 1981 dai Samson e lancia gli Iron Maiden al numero uno in classifica con The Number of the Beast e un tour di 188 date in 10 mesi. Da allora hanno fatto ventuno tour mondiali, suonando per folle sempre più grandi e senza mai fermarsi. «Non si diventa headliner da un giorno all’altro» ha detto Bruce Dickinson «Devi fare tanti concerti in posti piccoli, conquistare il pubblico e ad un certo punto ti ritrovi alla Wembley Arena. Poi qualcuno dice: oh mio Dio, questa band può suonare ai festival. È il primo passo per entrare in questo mondo diventare grandi».

Fonte : Virgin Radio