Varato un piano per il reinserimento di mogli e figli di ex combattenti islamisti. Si calcola che nei campi in Iraq e in Siria rimangano ancora circa 340 famiglie tagiche, con almeno 300 minori. Scopo principale dell’iniziativa rimane lo sradicamento delle tendenze estremiste nel Paese.
Dushanbe (AsiaNews) – Il governo del Tagikistan ha approvato un programma di “riabilitazione, adattamento alla vita normale e garanzia di occupazione e istruzione per le donne e i bambini rientrate dalle zone di guerra”, introdotto dallo scorso settembre e ora finalmente attivato per il periodo 2023-2027, per integrare i tanti familiari dei combattenti dell’Isis di nazionalità tagica recuperati dalla Siria e dall’Iraq. Nel testo si parla anche di assistenza medica, riabilitazione sociale e altre dimensioni del reinserimento nella società.
Si tratta di misure introdotte allo scopo di contrastare l’estremismo e il terrorismo, coinvolgendo tutte le istituzioni statali, ma anche gli organi di autogoverno dei paesi e dei villaggi, le associazioni della società civile e le organizzazioni internazionali. Si calcola che nelle zone di conflitto rimangano ancora circa 340 famiglie, 1200 persone in tutto con almeno 300 minorenni. Secondo le informazioni, le donne e i bambini non prendono parte attiva alle azioni di guerra.
Molte donne ritornate in patria, secondo il testo del programma, “vivono ancora in uno stato emotivo particolarmente instabile, a causa della morte dei mariti e per i legami con le altre donne rimaste in Siria”, rendendo particolarmente difficile il processo di ristabilimento a una vita normale. Ance i bambini non vengono subito reinseriti nelle famiglie d’origine e consegnati ai parenti, per verificare “la presenza di pregiudizi religiosi nell’ambito familiare”, e se un bambino è rimasto completamente senza parentela, la sua educazione è affidata a un internato alle dipendenze del ministero dell’istruzione del Tagikistan.
È previsto inoltre che i capi delle amministrazioni locali assicurino la sorveglianza, per evitare episodi di discriminazione nei confronti di queste donne e bambini, sia nei luoghi di residenza che nelle scuole dove vengono inseriti. Collaborano a tutto il programma i membri dei servizi di sicurezza del Gknb, gli psicologi e i rappresentanti delle comunità religiose, insieme ai servizi sociali. Il governo ha destinato al programma quinquennale la somma di 6,6 milioni di som, oltre mezzo milione di euro, confidando nel sostegno ulteriore dei partner internazionali del Tagikistan.
Lo scopo principale rimane comunque lo sradicamento delle tendenze estremiste, e l’adattamento alla vita della società tagica. Dopo il 2019, grazie agli aiuti della comunità internazionale, dal territorio della Siria e dell’Iraq sono tornate in Tagikistan 334 donne e un numero imprecisato di bambini, familiari dei terroristi dell’Isis, quelle che hanno accettato volontariamente di tornare in patria. L’ultimo gruppo era arrivato lo scorso maggio dalla Siria, provenienti dai campi di raccolta profughi dell’Isis, consistente in un centinaio di persone, 31 donne e 73 minorenni, di cui 33 bambine e 40 bambini.
Fonte : Asia