“Karoshi” è un termine giapponese che indica la morte da superlavoro. Si tratta di un fenomeno molto diffuso in Giappone, dove la cultura del lavoro è opprimente e pressante: i lavoratori giapponesi sono costretti a lavorare molte ore al giorno, anche nei fine settimana e nei giorni festivi, spesso senza un’adeguata remunerazione. Questo può portare a gravi problemi di salute, come malattie cardiovascolari, disturbi digestivi e depressione.
In Italia, il fenomeno è meno capillare, ma sta diventando preoccupante. I ritmi lavorativi sono sempre più stressanti e i lavoratori sono sovraccarichi di task da terminare in tempi ristrettissimi. Questo può portare a un aumento dei casi di burnout, un disturbo psicologico che si manifesta con sintomi come stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione e irritabilità.
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Per contrastare queste tendenze, non bisogna sentirsi in colpa a rifiutare di lavorare oltre l’orario previsto o a prendere delle ferie.
È importante, infatti, prendersi cura di sé e del proprio benessere, anche a costo di dire di no alle richieste del datore di lavoro.
Motohiro to People: una nuova religione per i lavoratori
In Giappone, è nata una nuova religione che promuove proprio la necessità di saper dire di no. La religione, fondata nel 2018 dal giovane Motohiro Hisano, ha riscosso un certo successo nel paese del Sol Levante, dove il lavoro eccessivo e la pressione sociale sono problemi molto diffusi. “Motohiro to People” si pone infatti l’obiettivo di insegnare l’importanza di rispettare i propri limiti e non farsi sopraffare dal lavoro, invitando i suoi seguaci a vivere una vita più equilibrata, in cui il lavoro ha un ruolo importante, ma non è l’unico.
Nessuno scopo di lucro, nessun obbligo e nessuna divinità da adulare: entrare a far parte del culto, comporta solo l’ottenere la capacità di poter dire di no sul lavoro per “motivazioni religiose”. Questo è reso possibile grazie ad una legge giapponese che punisce ogni genere di discriminazione religiosa sul posto di lavoro: rifiutarsi di dover fare gli straordinari per motivi religiosi quindi, rende la vita difficile ai datori di lavoro, che non possono appellarsi in alcun modo nel rispetto del credo del lavoratore.
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Ma non solo: tra i dogmi di Motohiro to People è proibito rinunciare alla maternità, alle ferie dovute e alla malattia. Allo stesso modo, i lavoratori non sono più forzati a partecipare alle solite, tediose feste di lavoro con i colleghi e dirigenti.
I numeri
Per convertirsi a Motohiro to People non è necessario andare in chiesa, ma semplicemente seguire l’account X ufficiale: ad oggi, i fedeli sono più di 14.000 ma potrebbero diventare molti di più visto il grande successo che sta riscuotendo in Giappone.
Fonte : Today