In Europa i lavoratori delle piattaforme digitali non potranno più essere licenziati automaticamente dagli algoritmi. A stabilirlo è la Platform work directive, un pacchetto di nuove regole varate dall’Unione europea il 13 dicembre, nell’ambito di in un’ampia riforma della gig economy che interesserà tra gli altri gli autisti di Uber e i rider delle aziende di food delivery.
“Ora abbiamo un sistema appropriato, che non esiste in nessun’altra parte del mondo“, ha dichiarato mercoledì in conferenza stampa Elisabetta Gualmini, l’eurodeputata italiana che ha guidato i negoziati per il Parlamento europeo (Pe) e secondo cui le nuove norme rappresentano un miglioramento reale dei diritti per milioni di lavoratori.
“Non vogliamo un mercato del lavoro disumanizzato” ha aggiunto Gualmini, che ha citato il caso di Sebastian Galassi, il rider licenziato l’anno scorso in Italia con un’email automatica a causa di una consegna non completata, ma che era morto qualche ora prima in un incidente stradale. La piattaforma coinvolta nell’episodio, Glovo, si era scusata spiegando alla famiglia di Galassi che l’invio dell’email era stato un errore.
Le nuove regole
Quella del lavoro sulle piattaforme è una questione esistenziale per l’Europa, ha sottolineato Gualmini. “Non siamo contrari ai cambiamenti – ha affermato l’europarlamentare – , ma pensiamo che sia necessario gestire queste grandi transizioni e queste trasformazioni per proteggere i lavoratori“. Le nuove regole sono frutto di un accordo provvisorio tra il Parlamento Ue e il Consiglio europeo, il che significa che prima di entrare in vigore dovranno essere formalmente adottate sia dai governi dell’Unione che dal Pe.
Oltre alle regole sui licenziamenti automatici, i lavoratori delle piattaforme – sia dipendenti che autonomi – dovranno ora essere informati sulle modalità in cui le loro prestazioni vengono monitorate o classificate da sistemi automatizzati, spiega Antonio Aloisi, professore assistente di diritto del lavoro europeo presso l’Università Ie di Madrid: “Questo significa che i lavoratori dell’economia delle piattaforme avranno diritti digitali più forti rispetto ai lavoratori dei settori tradizionali“.
I negoziatori dei tre rami dell’Ue – Consiglio, Commissione e Parlamento – hanno continuato a discutere per undici ore, fino alla nottata di martedì, prima di arrivare a un accordo su una riforma radicale dell’economia delle piattaforme e sulle norme che regolano i 28 milioni di lavoratori europei nel settore, tra cui i rider.
Fonte : Wired