Ora che la bambola del Ken di Ryan Gosling in Barbie è realtà, quale momento migliore per approfondire la psicologia del personaggio? Quest’ultimo, stando alle parole della scenografa Katie Spencer, era nient’altro che… un pessimo fratello minore!
Nel parlare del regno maschile, Kendom, così ha ricordato Spencer: “C’erano adesivi di cavalli ovunque. All’inizio non è stato facile, per noi, entrare in Kendom“. Dopodiché “abbiamo portato i barbecue, e messo tutti quanti sopra ai fornelli. Senza contare il cibo in plastica. Un ragionamento del tipo: ‘È questo quel che fanno, giusto?’. Invece di frullare il cibo, si limitano a mescolare i Doritos“. In particolare, “avreste dovuto pensare al vostro peggior fratello minore possibile, o al peggior ragazzo di sempre“.
In effetti l’interpretazione di Gosling è stata magistrale, perfetta per esprimere il carattere esuberante e a tratti infantile del personaggio. A testimoniare l’enorme successo della pellicola, Barbie domina anche i Critics Choice Awards con ben 18 nomination, e non manca di certo quella per il brano I’m Just Ken!.
L’altra scenografa, Sarah Greenwood, ha invece ribadito l’estrema importanza delle decalcomanie, ossia disegni che possono essere trasposti su un’altra superficie. “Non hai bisogno di utilizzarle ovunque, bastano quelle che servono effettivamente. I fuochi erano decalcomanie, le palme erano decalcomanie. Anche se li abbiamo dipinti scenograficamente, poi li abbiamo copiati e incollati sulle palme“.
Le parole di Spencer e Greenwood sottolineano quanto lavoro si nasconda dietro una produzione cinematografica, che va ben oltre la sceneggiatura, la regia e la scelta del cast. Insomma, creare la “Life in plastic” è decisamente meno spensierato di quanto sembri!
Fonte : Everyeye