A 18 anni di distanza dalla Fabbrica di Cioccolato di Tim Burton (ma soprattutto a 52 anni dal primo, storico film con Gene Wilder, al quale questo fa più esplicitamente riferimento) Wonka ha finalmente dato al personaggio interpretato dal già citato Wilder prima e da Johnny Depp poi una origin story: ma come finisce il film con Timothée Chalamet?
Partito alla grande al box-office, Wonka ci racconta, com’è facile prevedere, la storia del cioccolataio più famoso al mondo, qui interpretato in una versione giovane, sognatrice ed inesperta proprio dalla star di Dune e Chiamami col Tuo Nome: il nostro Willy, prima di poter dar vita alla sua fabbrica, deve però vedersela con il Cartello del Cioccolato, che sembra volerlo ostacolare ad ogni costo.
Tutto è bene quel che finisce bene, però: durante il finale del film vediamo infatti Willy e il suo amico Noodle intrufolarsi nella base segreta del Cartello, dove i nostri vengono circondati dai loro nemici che tentano quindi di affogarli nel cioccolato. L’intervento di Lofty riesce però ad evitare il peggio, dopodiché, con l’aiuto del contabile Abacus, Willy e la sua banda riescono a far venire a galla la corruzione e le frodi di cui sono colpevoli i membri del Cartello.
Finalmente la folla può assaggiare il cioccolato di Willy, il tutto mentre il nostro amico scarta la barretta di cioccolato lasciatagli dalla madre… Trovandovi dentro un biglietto dorato in cui la donna gli ricorda che il cioccolato è più buono quando lo si condivide! Capito l’antifona? Il collegamento con La Fabbrica di Cioccolato è dunque palese, soprattutto quando il personaggio di Chalamet decide di stabilire la sua fabbrica nel castello abbandonato, il tutto sulle note dell’iconica Pure Imagination.
Fonte : Everyeye