La pasta Barilla arriva nei menu degli astronauti

Il prossimo gennaio 2024, circa tre chilogrammi di fusilli Barilla saranno inviati nello spazio a bordo della capsula spaziale che porterà in orbita l’equipaggio della missione Ax-3, con a bordo il Colonnello dell’Aeronautica militare Walter Villadei. L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra Barilla, il Ministero dell’Agricoltura, l’Aeronautica militare e Axiom Space per sostenere la candidatura della cucina italiana a Patrimonio Culturale immateriale dell’umanità Unesco.

Nel corso della missione, Barilla coinvolgerà alcuni membri dell’equipaggio nello svolgimento di esperimenti sensoriali, per meglio comprendere i bisogni legati all’alimentazione degli astronauti in condizioni estreme. In assenza di gravità, infatti, l’esperienza del cibo e la percezione dei sapori sono molto diversi. Gli astronauti preparano e consumano cibo come tutti noi, ma l’ambiente in cui compiono queste operazioni in assenza di gravità è tale per cui una routine quotidiana “terrestre” si trasforma in una sfida tecnologica di grande portata. Attività quotidiane, che sulla Terra potremmo dare per scontate, nello spazio diventano vere e proprie missioni che richiedono una pianificazione e una preparazione meticolose. Barilla ha preso questa condizione come una sfida “sfidare” ed ha progettato un “cibo del futuro” consumabile in ogni tipo di condizione.

Gravità e cottura

Bollire la pasta in microgravità non è possibile. Per questo la pasta che Barilla invierà nello spazio è già cotta e pronta per essere riscaldata e gustata. Il team ricerca e sviluppo di Barilla ha lavorato per garantire che la ricetta nella sua semplicità, pasta, olio extravergine di oliva, sale marino, rappresenti l’esperienza di bontà italiana e garantisca la tenuta al dente fin da prima del countdown. Cristina Gallina, Global discovery center director Barilla, ha spiegato che la pasta è stata sottoposta a un processo di precottura e stabilizzazione che ne ha preservato il gusto e la consistenza. Il prodotto è stato trattato unicamente con il calore, in modo da poter essere consumato anche a lungo termine senza l’aggiunta di conservanti o additivi.

Il percorso di Barilla nell’esplorare il futuro del cibo, non è una novità. Per oltre 30 anni, Barilla ha intrapreso sforzi per migliorare la sostenibilità della produzione di grano duro, la principale materia prima della pasta. Questo impegno è stato realizzato attraverso l’implementazione di pratiche di agricoltura di precisione e l’utilizzo di software di supporto decisionale per gli agricoltori. Nel 2014, Barilla ha sviluppato il primo prototipo per la produzione di pasta stampata in 3D, che è oggi commercializzato con il marchio BluRhapsody. Da circa 5 anni, attraverso il programma di open innovation globale chiamato Good food makers, Barilla collabora con startup Ag-tech e Food-tech. Questa collaborazione mira a coinvolgere realtà innovative che, con le loro idee, contribuiranno a plasmare un futuro alimentare più sostenibile.

Fonte : Wired