La svolta. Pochi minuti prima di mezzanotte i carabinieri della compagnia Duomo di Milano hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria il figlio della nota ereditiera Fiorenza Rancilio. Il 37enne è ritenuto, dai militari, ”responsabile dell’omicidio” della madre 73enne, trovata senza vita mercoledì in mattinata nella sua abitazione in via Crocefisso, pieno centro di Milano.
Fermato per omicidio il figlio Guido
L’uomo, il cui nome completo è Guido Augusto Gervasi Gastone Pozzolini Gobbi Rancilio, è attualmente ricoverato al Policlinico di Milano, dove è piantonato in stato di fermo. Ieri mattina quando una domestica e i dipendenti della società immobiliare della vittima sono entrati nell’appartamento, Fiorenza Rancilio è stata trovata senza vita con una profonda ferita alla testa, avvolta in una coperta e con alcuni asciugamani a coprirla, anche sul volto. Il corpo era disteso nel salotto di casa.
In una stanza vicina c’era il figlio, era in stato catatonico, dopo aver assunto psicofarmaci: è ricoverato in psichiatria e sarebbe in stato confusionale. I vicini di casa dicono di non aver mai sentito “urla” o litigi. Descrivono madre e figlio come due persone cordiali, educate e riservate. Il movente è un giallo.
L’allarme è scattato subito perché la domestica, arrivata come ogni giorno per lavorare nell’abitazione, descritta come “immensa” e ben protetta dai sistemi di sorveglianza in uno stabile in cui ci sono diversi uffici, aveva fatto fatica a entrare. Fiorenza era solita, infatti, scendere in un ufficio del palazzo verso le 9-9.30, ma ieri mattina non si era vista. Per la sua assenza si era insospettito anche un parente, che cura gli affari della famiglia, anche perché la 73enne non rispondeva al telefono. Quando, poi, la domestica è riuscita a farsi aprire dal figlio, la terribile scoperta.
Chi era Fiorenza Rancilio
Fiorenza Rancilio si occupava della gestione dei tanti immobili ereditati dal padre, Gervaso Rancilio (non collegato a Roberto, fondatore della Rancilio Group delle macchine del caffè). Gervaso andò dapprima in Francia a cercar fortuna, per poi tornare nel milanese dove iniziò a costruire interi quartieri nell’hinterland.
Nel 1978 Gervaso si trovava con suo figlio Alfredo in un cantiere a Cesano Boscone. Vennero circondati e Alfredo fu rapito. Di lui non si seppe più nulla, finché il boss Saverio Morabito raccontò della sua uccisione perché aveva cercato di ribellarsi ai suoi carcerieri.
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Fonte : Today