Al Consiglio europeo è (ancora) tutti contro Orban

Sarà un Consiglio europeo piuttosto movimentato, quello che si terrà oggi e domani a Bruxelles. Un Consiglio europeo in cui si proveranno a sciogliere nodi importanti, e che non si esclude possa andare oltre i consueti due giorni di rito, per allungarsi addirittura nel weekend, non si sa ancora se in formato reale o virtuale. Protagonista indiscusso sarà (ancora una volta) il premier ungherese Viktor Orban. È lui che sta puntando i piedi su due dei temi principali della discussione tra i leader dei Ventisette: l’esborso di 50 miliardi per l’Ucraina, sotto forma di sovvenzioni e prestiti, per aiutare il Paese nello sforzo bellico contro la Russia di Vladimir Putin, e soprattutto l’ok all’apertura dei negoziati di adesione per Kiev. “La rapida adesione dell’Ucraina all’Unione europea” avrebbe “conseguenze devastanti”, ha tagliato corto Orban su X.

Il politico magiaro sembra inamovibile, ma “non sarebbe la prima volta che fa dichiarazioni incendiaria alla stampa, poi entra dentro e negozia in maniera assolutamente ragionevole. Ma le sue intenzioni le capiremo solo nella riunione”, spiega un’alta fonte diplomatica. Parlando a Bruxelles, il nuovo primo ministro polacco Donald Tusk ha definito Orban un “politico molto pragmatico” e ha detto che cercherà di trovare un modo per convincerlo. Nel frattempo, anche per ‘agevolare’ le trattative, la Commissione europea ha sbloccato 10,2 miliardi di fondi di coesione per Budapest, che erano congelati dall’Ue nell’ambito di varie procedure a causa di presunte violazioni dello Stato di diritto nella nazione. Altri 21 miliardi di euro restano nelle casse di Bruxelles per lo stesso motivo, e Orban punta a sbloccare ance quelli. 

Kiev nell’immediato ha assolutamente bisogno dei 50 miliardi di euro di sostegno economico e di 20 miliardi di euro per le forze armate, che sono vitali per il suo sforzo bellico, ma per il popolo del Paese l’adesione ha un significato simbolico anche più importante, perché significherebbe la speranza di entrare a pieno titolo nel campo Occidentale. Durante una visita a Oslo, il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che Kiev ha fatto ciò che le è stato chiesto nel percorso verso i colloqui di adesione all’Ue e che l’Ungheria non ha motivo di bloccare l’adesione. “Da parte nostra siamo stati molto costruttivi. Abbiamo fatto assolutamente tutto, abbiamo completato le raccomandazioni dell’Unione europea”, ha assicurato. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha sostenuto che bisogna “accettare di aprire i negoziati di adesione con l’Ucraina, dandole così un segnale necessario e avvicinandola ancora di più alla nostra famiglia europea”.

Tra i temi in agenda dei leader, ci sarà poi naturalmente l’altra guerra che sta sconvolgendo io mondo, quella tra Israele e Hamas a Gaza. Nella Striscia sono state uccise almeno 18.400 persone dall’esercito israeliano, e la stragrande maggioranza dei morti sono donne e bambini. Come se non bastasse più di 50mila persone sono rimaste ferite, gli sfollati sono quasi due milioni e 282 palestinesi sono state uccise in Cisgiordania. Nonostante cresca il sostegno per il cessate il fuoco, diverse nazioni del blocco come Germania e Austria, sono schierate saldamente al fianco di Tel Aviv e impediscono che la richiesta venga inserita nelle conclusioni del Summit. Così come alcuni Stati, tra cui anche l’Italia, non vorrebbero che venissero decise sanzioni contro i coloni israeliani estremisti, perché non vogliono che siano equiparati ai militanti di Hamas, organizzazione nella lista dei terroristi di Bruxelles.

“Gli sviluppi in Medio Oriente saranno un punto importante della nostra agenda. Dobbiamo chiedere il rilascio di tutti gli ostaggi e affrontare con forza l’allarmante situazione umanitaria di Gaza. Dobbiamo sostenere con forza il diritto di Israele di esistere e di difendersi da Hamas, nonché difendere inequivocabilmente il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale”, ha scritto il presidente del Consiglio europeo Michel nella sua consueta lettera ai leadere. Ma trovare un equilibrio non sarà facile. “Bisogna da una parte mantenere ferma la condanna nei confronti degli attacchi di Hamas e ricordare che tutto inizia da lì, e poi chiedere moderazione a Israele nella sua risposta”, spiega ancora la fonte diplomatica.

Si parlerà ovviamente anche di migranti, e della riforma delle regole sull’accoglienza. Giorgia Meloni, alla vigilia del Vertice, ha ricevuto il beneplacito al suo patto con l’Albania, e lo rivendicherà come una grande vittoria del nostro Paese. “Abbiamo anche assistito a importanti iniziative promosse dagli Stati membri, come l’accordo operativo tra Italia e Albania. Questo è un esempio di pensiero fuori dagli schemi, basato su un’equa condivisione delle responsabilità con i Paesi terzi in linea con gli obblighi previsti dal diritto comunitario e internazionale”, ha scritto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in una lettera ai leader.

Ultimo ostacolo che dovrà essere superato, è la revisione di medio termine del Quadro finanziario pluriennale, il bilancio dellUe (a cui è legato anche il disborso dei soldi all’Ucraina). Si tratta di ridiscutere lo stanziamento di alcuni fondi e di spostarli su altre voci di spesa, nonché di aggiungere soldi freschi che dovrebbero aggirarsi, secondo le ultime previsioni, intorno ai 22 miliardi e mezzo per quattro anni. Che per un blocco di 27 Stati sono praticamente spiccioli, eppure la discussione sarà complessa anche su questo capitolo.

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Fonte : Today