Startup per la maculopatia vince il premio Sisal

La Call for ideas di GoBeyond lanciata lo scorso luglio, al fine di sostenere lo sviluppo di progetti innovativi con un impatto positivo sulla società (e non solo sul profitto), aveva raccolto 456 candidature di startup provenienti da settori come healthcare, IT, clean technology, education, lifestyle.

Al termine della competizione a imporsi su tutte, e a ricevere anche il premio da 50 mila euro messo a disposizione da Sisal e dalla sua piattaforma di innovazione responsabile, è MgShell, premiata a Milano il 12 dicembre nell’ambito del terzo SisalTalk dedicato internamente a GoBeyond. Le finaliste Bufaga, Relicta, Justep, GenoGra, Suncubes si aggiudicano a loro volta percorsi di advisory sostenuti dal network di partner che prendono parte all’iniziativa.

Nei criteri di valutazione dell’edizione 2023, all’originalità e all’innovazione, alla fattibilità e alla scalabilità, si aggiungeva l’impatto sociale, quindi la capacità di generare valore condiviso per la comunità, in termini di condizioni economiche, sociali e ambientali.

La startup vincitrice, MgShell, nasce in ambito accademico e focalizza il suo core business sulla maculopatia essudativa (è una delle due forme, con la secca o atrofica, in cui si verifica la maculopatia correlata all’età, ovvero la patologia che colpisce la zona centrale della retina, causando nel tempo ipovisione o cecità).

MgShell, come raccontato alla premiazione, offre un dispositivo intraoculare e biodegradabile a rilascio di un farmaco in grado di replicare l’attuale pratica clinica senza la necessità di procedure chirurgiche. L’obiettivo è aumentare l’aderenza dei pazienti al trattamento (diminuendo gli abbandoni causati dalle frequenti iniezioni, ndr), diminuire i costi sanitari e generare opportunità di business per le aziende farmaceutiche.

A margine della premiazione il ceo Marco Ferroni spiega a Wired cosa rappresenta questa nuova tappa, la vittoria di GoBeyond, per la startup. MgShell è nuova ai premi, aveva vinto il primo premio di Startcup Lombardia nel 2018. Cinque anni sono importanti nella vita di un’azienda innovativa, come conferma Ferroni: “In questi cinque anni ne abbiamo passate parecchie. Startcup Lombardia ci ha portato a pensare di poter scalare quello che all’epoca era un progetto di ricerca in un nuovo progetto imprenditoriale. Gli anni della pandemia non sono stati semplici, soprattutto per la raccolta di investimenti di cui avevamo bisogno. Abbiamo preso parte ad altre competition, a bandi pubblici, il mondo della finanza agevolata ci ha aiutato ad essere resilienti. Dopo il round seed che abbiamo chiuso alla fine dell’anno scorso, abbiamo vissuto un 2023 per come lo avevamo immaginato, di crescita, con modelli sempre più vicini a quello finale, continuando a cogliere rischi sia dal punto di vista tecnologico che di mercato. Con il premio di GoBeyond vogliamo tornare a valorizzare maggiormente quello che è l’impatto sociale della nostra tecnologia: siamo nati da un need clinico molto forte, ne vogliamo trovare altri, cercando di immaginare in futuro Mg Shell come una piattaforma di drug delivery capace di aggredire molti più mercati sia a livello intra oculare che extra oculare”.

Marco Ferroni, ceo e co-founder di MgShell, con il premio (foto: Maria Rosaria Iovinella)

MgShell sviluppa un contenitore che contiene un principio attivo, potrebbe quindi tornare utili in altri contesti grazie a ulteriori sinergie? “Nasciamo come startup altamente tecnologica e concentrata sul materiale che costituisce il contenitore del farmaco. Noi non facciamo il principio attivo. Ne capiamo l’importanza, ma abbiamo valorizzato ancora di più il fatto che siamo altamente farmaco-indipendenti. Chiaramente ci saranno vincoli tecnologici, di mercato, di bisogni clinici che ci permetteranno di definire un ventaglio di principi attivi che dovremo necessariamente veicolare, ma questo ci porterà sicuramente a valutare potenziali applicazioni anche a livello extra oculare. Giusto come esempio, ci possono essere applicazioni in ambito oncologico, applicazioni sottocutanee del nostro dispositivo, che non escludiamo, ma che oggi teniamo come ipotesi preliminare nella costruzione di una pipeline di “n prodotti” mantenendo il focus a livello intraoculare perché ce n’è bisogno”.

Fonte : Wired