Processo Ciro Grillo, domande “intime” della difesa degli imputati: “Come le hanno tolto gli slip?”

“Quella notte c’è stato un momento in cui mi sono sentita una preda”. A dirlo, tra le lacrime, durante la sua deposizione in aula, è stata la ragazza italo norvegese che ha denunciato, nel luglio del 2019, Ciro Grillo (figlio del fondatore dei Cinque Stelle) e tre suoi amici, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, di violenza di gruppo. Tutti imputati e a processo da più di un anno a Tempio Pausania. Un interrogatorio definito da Medioevo per le domande che sono state poste alla ragazza da parte di Antonella Cuccureddu, uno dei sette avvocati della difesa, che in modo particolare assiste Corsiglia. Proprio quest’ultimo, nel corso di una dichiarazione spontanea in aula, ha dichiarato che lui in quell’atto sessuale di gruppo non c’era, fisicamente era altrove. 

“Un interrogatorio da Medioevo”

“È stato un interrogatorio da Medioevo…”. A dirlo, alla fine dell’udienza, conversando con la sua collega di studio, è stato l’avvocato Dario Romano, legale di parte civile della ragazza italo norvegese che ha denunciato il presunto stupro di gruppo che sarebbe avvenuto nel luglio del 2019 in Costa Smeralda. Il legale, che rappresenta la presunta vittima dello stupro con l’avvocata Giulia Bongiorno, oggi assente per impegni istituzionali al Senato, fa riferimento alle numerose domande che sono state poste alla donna nelle cinque ore di interrogatorio. Da come era vestita, alle reazioni avute durante il rapporto orale e altre domande molto intime.

“Come le hanno tolto gli slip?”

Per la legale della difesa si tratta di domande minuziose dovute alla “sequela di non ricordo” e sulla scorta delle dichiarazioni rese ai carabinieri e al pm in sede istruttoria. Alcune anche di dettagli sugli atti compiuti dai quattro e le reazioni della ragazza, la principale accusatrice, che si trovava in quella serata in compagnia con l’amica, altra presunta vittima di abusi per delle foto hot scattate, sempre nel luglio del 2019, a Porto Cervo. “Ma se aveva le gambe piegate, come hanno fatto a toglierle i pantaloni?”. Oppure: “Ci può spiegare come le sono stati tolti gli slip?”. E ancora: “Come mai non ha reagito con un morso durante il rapporto orale?”. Sono soltanto alcune delle decine di domande a raffica poste oggi dal legale Cuccureddu.

Per la parte civile della teste, invece, anche quello di oggi – dopo le udienze del 7 e 8 novembre – è stato un racconto “molto chiaro”. Immediata la risposta dell’avvocata Cuccureddu: “Nei processi si ricostruiscono i fatti. Il fatto di cui discutiamo è un fatto di violenza sessuale e non c’è niente di intimo in una violenza sessuale. O è una cosa intima o è una violenza sessuale. E il processo si fa per capire se è stata una cosa intima o violenza sessuale”. nel corso del suo esame alla ragazza avrebbe posto domande particolarmente intime sui momenti del presunto stupro di gruppo. Dai movimenti della giovane, alla sua reazione durante i rapporto orali. Alla domanda dei cronisti se in questo modo non c’è il pericolo di una vittimizzazione secondaria della ragazza, l’avvocata ha replicato seccamente: “Il concetto di vittimizzazione parte da un presupposto, che ci sia una vittima dice – Il processo si fa per accertare se c’è una vittima. Dopo di che il processo si fa per accertare i fatti che sono sequenze di condotte che si realizzano in un luogo e in un tempo. Si deve chiedere cosa è accaduto, segmento per segmento, perché se io salto un assaggio sto pregiudicando che il giudice conosca quel passaggio del fatto. Il mio dovere è difendere quella persona, rappresentando al giudice tutti gli elementi che sono agli atti”. E poi aggiunge: “Ho fatto contestazioni sui singoli momenti, perché non avesse urlato, ad esempio, e la ragazza ha dato delle risposte e perché non avesse reagito. E io ho fatto delle contestazioni sulle cose che aveva detto prima, che erano cose diverse”.

I video di quella sera

Ma nell’aula oggi si attendeva di vedere i tre spezzoni di video che immortalerebbero i fatti accaduti nella villetta della famiglia Grillo in Costa Smeralda. Invece, solo foto e messaggi, mentre le sequenze di immagini registrate coi telefonini potrebbero essere proiettate domani. E già si annuncia una nuova battaglia tra i legali: “Il testimone è a disposizione del tribunale. Ovviamente nel rispetto della sua persona. Sicuramente c’è una vittima che va rispettata”, ha messo le mani avanti l’avvocato Romano dello studio Bongiorno.

I filmati dovrebbero essere proiettati domani 14 dicembre, secondo giorno di udienza e quarto in cui è stata ascoltata la ragazza e ricostruite le tappe di quella notte iniziata alla discoteca Billionaire di Porto Cervo, poi continuata nella villetta di Beppe Grillo.

Fonte : Today