In Italia 51 aree potranno ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e chi lo vorrà potrà auto candidarsi, anche chi non fa parte della lista. L’aggiornamento è arrivato dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica che ha pubblicato l’elenco delle località “idonee” dopo l’elaborazione fatta da Sogin, società dello Stato controllata dal Ministero dell’Economia che si occupa di spegnere le centrali nucleari italiane e di gestire le scorie radioattive. Nel Deposito nazionale verranno stoccati, in sicurezza, i rifiuti radioattivi ma non solo.
Le aree per il Deposito nazionale: la mappa
Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato l’elenco delle aree che potranno ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. I siti identificati fanno parte della proposta di Carta nazionale delle aree idonee (Cnai), che negli anni ha individuato le zone dove poter realizzare il Deposito. Lo scopo è stoccare in via definitiva e in sicurezza i rifiuti radioattivi di “bassa e media attività” prodotti dalle centrali nucleari italiane. In Italia, le centrali nucleari in “decommissioning”, ossia in corso di spegnimento, si trovano a Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta).
Sogin è l’azienda dello Stato responsabile dello spegnimento di questi impianti e della gestione delle scorie, anche riguardo il ciclo del combustibile nucleare: questo accade negli impianti Eurex di Saluggia (Vicenza), Itrec di Rotondella (Matera), Ipu e Opec a Casaccia (Roma) e Fn di Bosco Marengo (Alessandria). Ora, proprio Sogin individua 51 zone i cui requisiti sono stati giudicati in linea con i parametri previsti, recependo le normative internazionali per questo tipo di strutture. La Carta nazionale delle aree idonee mostra 51 siti che potranno ospitare il Deposito nazionale così divisi nelle varie regioni italiane:
Codice area | Province | Comuni |
---|---|---|
M T-1 | Matera | Montalbano Jonico |
M T-2 | Matera | Montalbano Jonico |
M T-3 | Matera | Matera |
M T-1 5 | Matera | Bernalda |
M T-1 6 | Matera | Bernalda, Montescaglioso |
M T_PZ -6 | Matera, Potenza | Genzano di Lucania, Irsina |
PZ -8 | Potenza | Genzano di Lucania |
PZ -9 | Potenza | Genzano di Lucania |
PZ -1 3 | Potenza | Genzano di Lucania |
PZ -1 4 | Potenza | Genzano di Lucania |
BA_M T-4 | Bari, Matera | Altamura, Matera |
BA_M T-5 | Bari, Matera | Altamura, Matera |
TA_M T-1 7 | Matera, Taranto | Laterza, Matera |
TA_M T-1 8 | Matera, Taranto | Laterza, Matera |
VT-8 | Viterbo | Montalto d i Castro |
VT-9 | Viterbo | Canino, Celere, Ischia di Castro |
VT-1 1 | Viterbo | Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello |
VT-1 2 | Viterbo | Corchiano, Vignanello |
VT-1 5 | Viterbo | Corchiano, Galle s e |
VT-1 6 | Viterbo | Corchiano |
VT-2 0 | Viterbo | Gallese, Vignanello |
VT-2 4 | Viterbo | Canino, Montalto di Castro |
VT-2 5 | Viterbo | Tarquinia, Tuscania |
VT-2 6 | Viterbo | Canino |
VT-2 7 | Viterbo | Canino, Montalto di Castro |
VT-2 8 | Viterbo | Arlena di Castro, Tuscania |
VT-2 9 | Viterbo | Ischia di Castro |
VT-3 0 _A | Viterbo | Arlena di Castro, Piansano, Tuscania |
VT-3 0 _B | Viterbo | Piansano, Tuscania |
VT-3 1 | Viterbo | Tuscania |
VT-3 2 _A | Viterbo | Arlena di Castro, Tessennano, Tuscania |
VT-3 2 _B | Viterbo | Arlena di Castro, Tuscania |
VT-3 3 | Viterbo | Tessennano, Tuscania |
VT-3 4 | Viterbo | Canino |
VT-3 6 | Viterbo | Montalto di Castro |
AL-1 | Alessandria | Bosco Marengo, Novi Ligure |
AL-3 | Alessandria | Alessandria, Oviglio |
AL-8 | Alessandria | Alessandria, Quargnento |
AL-1 3 | Alessandria | Castelnuovo Bormida, Sezzadio |
AL-1 4 | Alessandria | Fubine Monferrato, Quargnento |
BA-5 | Bari | Gravina in Puglia |
O R-6 0 | O ris tano | Albagiara, Assolo, Usellus |
O R-6 1 | O ris tano | Albagiara, Usellus |
SU- 3 1 | Su d Sardeg na | Mandas, Siurgus Donigala |
SU- 4 4 | Su d Sardeg na | Segariu, Villamar |
SU- 4 5 | Su d Sardeg na | Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna |
SU- 4 7 | Su d Sardeg na | Nurri |
SU- 7 3 _C | Su d Sardeg na | Ortacesus |
SU- 7 4 | Su d Sardeg na | Guasila |
TP-9 | Trapani | Calatafimi-Segesta |
TP-1 1 | Trapani | Trapani |
Nel comunicato del Ministero dell’Ambiente si legge che “Gli enti territoriali le cui aree non sono presenti nella proposta di Cnai, nonché il Ministero della difesa per le strutture militari interessate, possono entro trenta giorni dalla pubblicazione della Carta, presentare la propria autocandidatura a ospitare il Deposito nazionale e il Parco tecnologico e chiedere al Mase e alla Sogin di avviare una rivalutazione del territorio stesso, al fine di verificarne l’eventuale idoneità”. Ma anche chi non fa parte dell’elenco può proporsi: “Possono inoltre presentare la propria autocandidatura, entro lo stesso termine, anche gli enti territoriali le cui aree sono presenti nella proposta di Cnai”, precisa la nota del Ministero.
Che cosa è il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e come funziona
Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie che permetterà di sistemare i rifiuti radioattivi italiani, oggi stoccati all’interno di decine di depositi temporanei presenti nel Paese, generati dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari e dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. Il Deposito è una struttura con barriere ingegneristiche e barriere naturali poste in serie per il contenimento della radioattività, progettata sulla base delle migliori esperienze internazionali e secondo i più recenti standard Iaea (International Atomic Energy Agency) e dell’ente di controllo Isin (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione).
Il Deposito consentirà la sistemazione definitiva di circa 78 mila metri cubi di rifiuti a molto bassa e bassa attività. Inoltre, in un’apposita area del Deposito sarà realizzato un complesso di edifici idoneo allo stoccaggio di lungo periodo di circa 17 mila metri cubi di rifiuti a media e alta attività, in attesa della loro sistemazione definitiva in un deposito geologico. Al Deposito Nazionale saranno, dunque, conferiti nel tempo circa 95 mila metri cubi di rifiuti radioattivi.
Il 60% di questi proverrà dagli impianti nucleari oggi in fase di smantellamento, mentre il restante 40% da attività non energetiche quali ricerca scientifica, applicazioni mediche e industriali, comprendendo i rifiuti finora prodotti e quelli che si stima continueranno a essere generati in futuro. Il trasferimento dei rifiuti radioattivi in un’unica struttura, oltre a garantire una loro gestione più sicura, efficiente e razionale, permetterà di completare il “decommissioning” degli impianti nucleari, liberando da vincoli di natura radiologica i siti che attualmente li ospitano.
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Fonte : Today