Nei prossimi anni, l’intelligenza artificiale generativa ridefinirà completamente la nostra cultura e le nostre vite, il modo in cui interagiamo con le macchine e con gli altri. È fuori discussione che le soluzioni aperte supereranno rapidamente le soluzioni proprietarie. Saranno guidati dal potere della comunità e dal requisito di eccellenza tecnica che i progetti open source di successo hanno sempre riscosso. È questo il successo del fenomeno Mistral AI startup francese nata appena sette mesi fa, e che ha appena raccolto un (altro) round di serie A da 385 milioni di euro. L’operazione è stata guidata da Andreessen Horowitz con la partecipazione di LightSpeed Ventures, Salesforce e Motier Ventures, il family office parigino proprietario delle Galerie Lafayette.
“Abbiamo rilasciato Mixtral 8x7B, il nostro ultimo modello linguistico. Il round raccolto di 385 milioni di euro servirà per accelerare la fornitura dei nostri modelli aperti più utili e convenienti per lo sviluppo di applicazioni di intelligenza artificiale”, ha dichiarato il founder e Ceo Arthur Mensch di Mistral.
Lo scorso giugno questa startup si è ritrovata sulle prime pagine delle riviste d’innovazione di tutto il mondo per aver raccolto un round seed da 105 milioni di euro appena un mese dopo la fondazione. Quasi mezzo miliardo di euro in meno di un anno di vita. La valutazione della società non è stata resa nota ma, secondo fonti accreditate, si aggirerebbe sui 2 miliardi di euro. Se così fosse, Mistral sarebbe il prossimo unicorno francese (startup valutata più di un miliardo di euro) a soli otto mesi dalla sua nascita.
La storia di Mistral AI
Ma facciamo un passo indietro. Fondata da Arthur Mensch (Ceo), Guillaume Lample e Timothée Lacroix, tutti under30 ed ex dipendenti di DeepMind di Google e Meta, Mistral AI con sede a Parigi, è una startup AI che mira a competere con OpenAI nella costruzione, formazione e applicazione di modelli linguistici di grandi dimensioni e intelligenza artificiale generativa. La neo startup si concentra su soluzioni open source rivolgendosi alle imprese per creare quella che l’amministratore delegato Arthur Mensch ritiene sia la più grande sfida del momento: “Rendere l’intelligenza artificiale utile e alla portata di per tutti.”
Mistral, a quattro settimane di vita, ha già raccolto un megaround da 105 milioni di euro a giugno 2023. Operazione fortemente voluta dal presidente francese Emmanuel Macron, che in più di un’occasione ha dichiarato come l’Europa abbia bisogno di aziende leader in tutto, dalla tecnologia all’energia e alla difesa, per evitare di dipendere dagli Stati Uniti e dalla Cina.
A guidare la maxi operazione sono stati importanti protagonisti della scena degli investimenti: Lightspeed Venture Partners, con la partecipazione di Xavier Niel, JCDecaux Holding, Rodolphe Saadé e Motier Ventures (Francia), Headline (Germania), Exor Ventures (per l’Italia) e Sofina (Belgio), First Minute Capital e LocalGlobe (per il Regno Unito).
Proprio in quella occasione, sempre il Ceo Mensch, aveva dichiarato che entro il 2024 avrebbero rilasciato il loro modello linguistico open source. Invece è notizia di qualche giorno fa, il rilascio in anticipo del loro primo prodotto dal nome Mixtral 8x7B. Si tratta di un primo modello linguistico basato su testo con licenza open source che – secondo quanto dichiarato sul sito web della startup – “supererebbe tutti i modelli aperti in questo momento disponibili sul mercato”.
La spinta della Francia all’AI
L’importo record raccolto da Mistral AI evidenzia la crescente frenesia intorno all’intelligenza artificiale generativa e il desiderio della Francia di posizionarsi come hub europeo, e soprattutto di voler creare una valida alternativa al monopolio delle aziende della Silicon Valley come OpenAI sostenuta da Microsoft e Anthropic sostenuta da DeepMind di Google.
Tra l’altro, Mistral è stata una delle società che più hanno cercato di fare lobbying per evitare che l’AI Act, il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale su cui l’Ue ha trovato un accordo sabato 9 dicembre, imponesse vincoli (poi comunque inseriti nel testo) alle aziende che producono i cosiddetti “foundation models”, cioè i sistemi alla base di prodotti come ChatGpt.
Non solo, con l’inaugurazione lo scorso novembre di Kyutai, il primo laboratorio di ricerca indipendente sull’AI con una dotazione iniziale di 300 milioni di euro finanziata da tre noti co-fondatori: Xavier Niel, Ceo e fondatore di Iliad, Rodolphe Saadé, presidente del gruppo CMA CGM che si occupa di logistica ed Eric Schmidt, ex Ceo di Google, Parigi sta diventando il palcoscenico di un nuovo capitolo nel campo dell’intelligenza artificiale.
È fuori dubbio che la tecnologia dirompente dell’intelligenza artificiale stia cambiando il mondo, perché considerata di grande impatto per diverse industrie dalla finanza alla sanità, per questo è sempre più al centro di una battaglia per la supremazia tecnologica dei i governi di tutto il mondo.
Fonte : Repubblica