“Santocielo” è una commedia con una trama veramente bizzarra, ma che i due attori e autori maneggiano con grazia e ironia, utilizzandola per mettere in luce le ipocrisie, i condizionamenti, i pregiudizi diffusi e la loro assurdità. Il film che Salvo Ficarra e Valentino Picone portano sul grande schermo per questo Natale 2023, li vede protagonisti nei panni, rispettivamente, di un angelo pasticcione e di un insegnante di matematica in una scuola cattolica, con una vita sentimentale allo sbando. Ad affiancarli ci sono le due protagoniste femminili: Maria Chiara Giannetta nei panni di una giovane suora e Barbara Ronchi, la ex di Ficarra, che è una psicologa anche lei piuttosto confusa. Nel ruolo di Dio poi, si è cimentato Giovanni Storti, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Alla regia Francesco Amato.
Santocielo, la trama del nuovo film di Ficarra e Picone
La storia raccontata da “Santocielo” mischia fantasia e realtà e inizia, addirittura, in Paradiso, dove il Padreterno, che ha la faccia di Giovanni Storti, presiede l’assemblea degli angeli in cerca di una soluzione ai mali della terra. A dir la verità, Dio ne ha le scatole piene della stupidità umana e vorrebbe sistemare le cose “all’antica”: un bel diluvio universale, e chi s’è visto s’è visto. Ma in Paradiso, per fortuna degli ignari umani, esiste un regime parlamentare, e sulle questioni più delicate la decisione finale si prende in assemblea. Per un pelo, anzi per una piuma d’angelo, si decide che l’umanità, invece del solito disastro che la azzeri per poi farla partire da zero, ha bisogno di un nuovo Messia. Quindi si incarica un angelo, non proprio il più affidabile del Paradiso, (ma che vuole mettersi in mostra con l’Altissimo con l’intenzione di chiedergli a missione compiuta l’agognata promozione), di scendere sulla terra, trovare la prescelta e “ingravidarla” con il tocco della sua mano.
L’angelo biondo con la faccia di Valentino Picone, una volta sceso sulla terra, ovviamente, non ne farà una giusta, e la prima persona in cui si imbatterà e con cui condividerà una serata alcolica sarà un professore di matematica di liceo. Misogino, bigotto, ossessionato dai giudizi altrui, con una vita relazionale disastrosa e la faccia di Salvo Ficarra, l’uomo riceverà, ovviamente per errore, il tocco angelico, ritrovandosi così in dolce attesa. A questo punto iniziano una serie di malintesi, nuove disavventure, rocamboleschi tentativi di tenere nascosto l’indicibile segreto, svelato a un certo punto, solo ai due personaggi femminili che accompagnano i due protagonisti nella loro avventura: la giovane suorina di Maria Chiara Giannetta e la stralunata psicologa ex di Ficarra di Barbara Ronchi. Fino a un finale che ribalta tutte le premesse, i quattro e non solo loro, si ritroveranno a dover mettere in discussione molte loro certezze e a vedere abbattuti i pregiudizi che ognuno di loro si porta dentro all’inizio del film.
Santocielo: Ficarra e Picone convincono affrontando temi spinosi con acume e sorrisi
C’è sempre una nota di grazia, intesa come tocco gentile, nella comicità di Ficarra e Picone e questa volta, trattandosi di una storia che inizia in Paradiso, ce n’è anche di più. I temi trattati d’altronde, sono piuttosto spinosi, ma i due attori-autori riescono a maneggiarli con la cura necessaria e con quella naturalezza che abbatte ogni barriera. Se ci fermiamo a leggere la sinossi di Santocielo, si capisce subito come il rischio di fare un film che calcasse i toni del bizzarro e dello strampalato alla ricerca della risata più facile c’era, ed era grosso. Invece, i due fanno il miracolo di gestire con misura e acume, questioni che hanno infuocato il dibattito pubblico italiano nei mesi scorsi, senza mai cadere nelle trappole della scontata retorica. La storia è tutta basata su un’ipotesi surreale, ma questo azzardo dell’immaginazione si cala subito nella normalità della vita quotidiana dei suoi protagonisti, con i loro problemi, i loro dubbi, le loro paure, che non diverse da quelle vissute in “normali” contesti relazionali solo perché loro si ritrovano in una situazione speciale. Lo spettatore infatti, riesce in brevissimo tempo quasi a dimenticare l’incredibile premessa di un uomo incinto del nuovo Messia tramite il tocco di un angelo pasticcione, perché tutto quello che viene dopo è naturale e realistico. La premessa, ovviamente, viene sfruttata a dovere in chiave comica, e ci mancherebbe! Ma è uno spunto di partenza per approfondire molto altro, a iniziare dal grande sconcerto di un misogino che è toccato dalla “grazia” di fare un’esperienza che rappresenta la potenza della femminilità, e si scopre inoltre diverso dagli altri e con un nuovo tipo d’amore con cui fare i conti. Continuando con la preoccupazione per ciò che dirà la gente, vera ossessione per il nostro uomo “normale”, passando per il chiasso assordante che scaturisce dalla vicenda da parte di chi ne è completamente esterno. Fino ad arrivare a scoprire che gli esseri umani sono più saggi ed empatici di quello che immaginiamo, e che la nostra società, al di là della narrazione che se ne fa, tanti muri li ha già abbattuti e per molti, anche i più insospettabili, quei muri non hanno mai avuto ragione di essere. Perché il tema centrale di questo film, non è certo la gravidanza portata avanti da un uomo per dare alla luce il nuovo Messia, ma l’amore nelle sue tante e, a volte imprevedibili e non incasellabili, forme.
“Santocielo” è un film che, oltre a piacere, sorprenderà forse chi lo andrà a vedere perché, pur garantendo il divertimento che il pubblico si aspetta da una commedia di Ficarra e Picone, riesce a sciogliere la complessità dei temi affrontati nella semplice conclusione che l’amore, il motore che muove le nostre esistenze nelle sue diverse forme, è la cosa più naturale e meno giudicabile e regolamentabile del mondo. E per chi è ancora in contatto con la propria essenza di essere umano, questa verità è scontata. Tutto il resto sono sovrastrutture. E prima di arrivare a queste conclusioni, ci si sarà fatti un bel po’ di risate.
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Fonte : Today