I finti podcast per truffare i proprietari delle pagine Facebook

Nuova trovata dei criminali informatici sui social media. Secondo quanto riportato da Engadget, nelle ultime settimane moltissimi content creator e proprietari di Pagine Facebook sono rimasti vittime di una truffa operata ai loro danni da malintenzionati che si sono finti autori di podcast per riuscire a sottrargli informazioni e dati sensibili. Alcuni dei creator truffati hanno raccontato che, una volta agganciati da questi finti conduttori di podcast, sono stati invitati a partecipare a una Live su Facebook e poi convinti a gestire in diretta le impostazioni dei dataset all’interno della piattaforma. Durante questa operazione le vittime hanno generato un url che i criminali hanno utilizzato in seguito per accedere al loro account e inserirsi nella gestione della Pagina Facebook di loro proprietà.

Una strategia a dir poco perfetta, che ha permesso ai truffatori di prendere in mano la gestione di pagine da migliaia di follower, pubblicando così contenuti con collegamenti fasulli che rimandavano ad annunci pubblicitari che permettevano loro di guadagnare centinaia di dollari in modo incredibilmente semplice. Inoltre, come se non bastasse, sembrerebbe che i criminali siano soliti impostare un elenco di un centinaio di parole da bloccare sulla pagina, così da evitare che gli utenti possano pubblicare avvertimenti riguardo la truffa in atto. “Chiunque commentasse sulla mia pagina dicendo ‘rubato’, ‘hackerato’ o ‘truffa’ o qualsiasi altra cosa simile veniva automaticamente bloccato. Quindi nessuno dei miei follower poteva vedere quello che scrivevano le persone che sapevano che il mio account era stato violato”, ha raccontato Hobby Bobbins, una delle creator vittime della truffa.

Il vero problema, però, non sta soltanto nell’abilità dei malintenzionati ad aggirare creator e utenti, quanto nella mancanza di un supporto da parte di Facebook per la corretta gestione del problema. A quanto pare, infatti, il servizio clienti di Meta si limita soltanto a suggerire di attivare l’autenticazione a due fattori per proteggere l’account, senza fornire una soluzione reale per il recupero della proprietà della pagina. Soltanto dopo numerosi tentativi, e con il supporto di ingegneri e professionisti competenti – estranei a Meta, come hanno riferito le vittime a Engadget -, alcune delle vittime sono riuscite a rientrare in possesso dei propri account. Eppure, nonostante questo, le conseguenze di questa azione criminale sembrano incredibili: i creator perdono lo storico della propria attività, vedono i propri follower ridursi drasticamente e subiscono perdite economiche non indifferenti.

Sfortunatamente, però, non sembra esserci ancora una soluzione utile per evitare che tutto questo accada, soprattutto considerando che le piattaforme di Meta – in particolare Facebook, in questo caso – non forniscono un supporto adeguato in condizioni estremamente critiche. Il consiglio di una delle vittime, infatti, è quello di diffondere la notizia della truffa in atto, così da evitare che i creator accettino interviste da criminali mascherati da autori di podcast.

Fonte : Wired