I dubbi sono diventati certezze. Dopo aver ipotizzato lo scorso settembre che il governo cinese stesse facendo passi da gigante sul percorso verso la realizzazione di un ecosistema di chip domestico, la società di ricerca TechInsights ha infatti certificato come il Mate 60 Pro di Huawei mostri “progressi significativi” nella progettazione e nell’ingegneria nazionale di tali tecnologie.
In particolare, come riporta Bloomberg, gli smartphone della società di Shenzen includerebbero interruttori RF realizzati da Maxscend Microelectronics e moduli di amplificazione di potenza messi a punto dalla Beijing OnMicro Electronics. Si tratta di componenti comunemente forniti negli Stati Uniti da Skyworks Solutions e Qorvo, che risulterebbero però “adattati all’industria cinese” e indicherebbero dunque una collaborazione progettuale intercorsa tra Huawei e le due società asiatiche.
Come sottolinea TechInsights, i progressi nella progettazione dei chip compiuti dalle tre realtà cinesi dimostrano che l’hardware della società fondata nel 1987 da Ren Zhengfei è perfettamente in grado di competere con i migliori a livello mondiale anche al netto dell’accesso alle tecnologie a stelle e strisce. Il tutto accade peraltro in un settore fondamentale: i chip a radiofrequenza sono infatti alla base della comunicazione degli smartphone con le stazioni che si collegano in rete, la funzione forse più attrattiva per qualsiasi dispositivo portatile.
A settembre, attraverso l’analisi di alcuni video di smontaggio pubblicati e i test di velocità condivisi dagli acquirenti del Mate 60 Pro, i tecnici di TechInsights avevano avanzato l’ipotesi che l’apparecchio fosse in grado di raggiungere velocità di download superiori a quelle dei telefonini che supportano il 5G di fascia alta. In particolare, Dan Hutchenson aveva definito la questione un vero e proprio “schiaffo in faccia” agli Stati Uniti, considerando peraltro che il lancio del prodotto era arrivato in concomitanza con la visita in Cina della segretaria al Commercio Gina Raimondo.
Oltre alle tecnologie evidenziate dall’analisi della società, lo smartphone Huawei presenta un processore da 7 nanometri denominato Kirin 9000s, realizzato dal colosso cinese in sinergia con la Semiconductor Manufacturing International Corp (Smic).
Fonte : Wired