Rischia la pena di morte con l’accusa di spionaggio per conto di Israele e di “corruzione”. Il 10 dicembre Johan Floderus, il diplomatico svedese in prigione da 600 giorni in Iran, ha partecipato alla prima udienza del processo a suo carico. Floderus, 33 anni, è stato arrestato il 17 aprile 2022 all’aeroporto di Teheran mentre tornava da un viaggio con gli amici. Il caso ripropone il tema della pratica del regime iraniano di arrestare e detenere cittadini stranieri, accusandoli di spionaggio, per poterli poi usare come “arma di ricatto”. In casi simili, in passato, sono poi stati liberati, su pressione dell’opinione pubblica occidentale, in corrispondenza con il rilascio di cittadini iraniani condannati per terrorismo nei Paesi dell’Unione europea.
Processi connessi
Lo svedese Johan Floderus lavorava in Iran per il servizio diplomatico dell’Ue ed è stato arrestato nell’aprile dello scorso anno proprio mentre un cittadino iraniano, Hamid Noury, veniva processato in Svezia per l’esecuzione di massa di dissidenti a Teheran nel 1988. “Johan Floderus è accusato di misure estensive contro la sicurezza del paese, di un’ampia cooperazione di intelligence con il regime sionista e di corruzione sulla Terra”, ha riferito domenica 10 dicembre l’agenzia di stampa giudiziaria Mizan Online. Noury è stato condannato all’ergastolo nel luglio 2022, mentre Floderus si trova nel carcere di Evin a Teheran in attesa della sentenza. L’iraniano ha contestato la sentenza e la corte d’appello svedese dovrebbe pronunciare il verdetto il 19 dicembre. Per il diplomatico svedese invece ancora non è ufficiale la data del processo, ma la famiglia suppone arriverà a breve, in connessione col processo al terrorista iraniano. “Abbiamo motivo di credere che il processo arriverà presto, cioè a dicembre”, ha detto al Guardian Matts Floderus, padre del diplomatico imprigionato. “Ci ha detto che non gli importava quale sarebbe stato il verdetto perché avrebbe significato lo stesso qualunque cosa avessero deciso di accusarlo. E’ solo teatro, solo finzione”, ha aggiunto il genitore in una recente intervista, esprimendo grande preoccupazione per il destino del figlio.
Le accuse
L’agenzia di stampa iraniana Mizan ha pubblicato le foto di Floderus ammanettato in una stanza davanti ai giudici. Indossa un’uniforme carceraria azzurra mentre vengono lette le accuse. La “corruzione sulla Terra” è considerato uno dei reati più gravi commessi in Iran e comporta la pena di morte. Secondo il regime il diplomatico aveva raccolto informazioni sui programmi nucleari e di arricchimento dell’Iran, portando avanti “progetti sovversivi” a beneficio di Israele. Avrebbe inoltre creato una rete di “agenti dei servizi segreti svedesi”. Mizan sostiene anche fosse coinvolto nella “cooperazione di intelligence e comunicazione con l’Unione Europea” e con il gruppo di opposizione dei Mujaheddin popolari (Mek) che si trovano in esilio. Il capo degli affari esteri dell’Ue, Josep Borrell, ha chiesto il suo rilascio immediato, sostenendo che non ci sono motivi per la detenzione del giovane diplomatico. Un’ipotesi sostenuta anche dal ministro degli Esteri svedese, Tobias Billström. L’Iran è uno dei principali finanziatori di Hamas ed è stato accusato in un articolo del Wall Street Journal di aver pianificato e supportato logisticamente l’attacco del sette ottobre contro Israele. Teheran, pur elogiando la sanguinosa aziona del gruppo palestinese, ha sempre respinto le accuse.
Il precedente
La vicenda ricorda quella di Olivier Vandecasteele, un operatore umanitario belga rilasciato dopo aver trascorso 15 mesi imprigionato in Iran. Il quarantunenne aveva lavorato nel Paese dal 2015 al 2021 con le agenzie Médecins du Monde, Norwegian Refugee Council e Relief International in progetti per migliorare l’accesso all’istruzione, all’acqua e all’assistenza sanitaria per la comunità afghana in Iran. Il 24 febbraio 2022, tornando a Teheran con un visto turistico, era stato arrestato con accuse di “spionaggio”. Secondo il ministro della Giustizia belga Vincent Van Quickenborne le accuse erano state “inventate dalle autorità iraniane”. Nel dicembre 2022 era stato condannato ad un totale di 28 anni di carcere, ritenuto colpevole di spionaggio, “collaborazione con gli Stati Uniti, in quanto paese ostile al regime iraniano”, riciclaggio e contrabbando di denaro. Il regime guidato del capo supremo politico-religioso Khameini ha di fatto utilizzato Vandecasteele come arma di ricatto per ottenere una soerta di “scambio” di prigionieri. Per ottenere la sua liberazione, il governo belga ha rilasciato un diplomatico iraniano considerato un pericoloso terrorista: Assadollah Assadi. Quest’ultimo stava scontando una condanna a 20 anni in Belgio dopo essere stato condannato per terrorismo perché ritenuto colpevole di aver tentato di bombardare una manifestazione di dissidenti iraniani fuori Parigi nel 2018.
Fonte : Today