“La mia forza è sempre stata quella di non prendermi troppo sul serio. Non sentivo il sacro fuoco dell’artista, in fondo non eccedevo in nulla e non scrivevo pezzi alla David Bowie; ero consapevole, ho dovuto arrangiarmi. Essere sexy era un modo di fare marketing, dovevo vendere dischi e cavalcavo la leggerezza dell’età”. Sabrina Salerno si racconta a Clarissa Domenicucci in una lunga intervista sullo Specchio de La Stampa.
“La maleducazione e l’allusione le ho sfiorate spesso ma non la violenza: episodi in cui mi sia trovata davvero in difficoltà non ce ne sono mai stati. Forse per merito del mio carattere. Non sono una che si intimorisce ma una mina vagante, si vede che posso reagire stampandoti una pizza in faccia. Devono aver pensato questa meglio lasciarla perdere, ma col senno di poi le dico che sono stata anche tanto fortunata. Certo di maschilismo e sessismo il nostro ambiente è pregno”, sottolinea.
“Proprio l’altro giorno a mio marito dicevo che me la sono dovuta conquistare la stima degli uomini con cui lavoro. Non è stata una passeggiata. Noi donne dobbiamo dimostrare sempre un po’ di più rispetto ai maschi: che siamo belle, brave, performanti e seducenti, multitasking tra famiglia e lavoro ma disposte a guadagnare sempre un po’ meno di loro. La parità dei diritti? Mi costa tantissimo ammetterlo ma siamo ancora lontani”. Ed ancora: “Nel 1991 quando mi proposero ‘siamo donne oltre alle gambe c’è di più’ pensai: ma cos’è questa roba? Ero sinceramente stupita e schifata dalla banalità del messaggio. Avevo 19 anni e mi sembrava stupido rimarcare certe ovvietà. Invece mai dare nulla per scontato. Chi avrebbe mai detto che quella frase sarebbe diventata uno slogan…”.
“Le è mai capitato di chiedere aiuto e di ricevere risposte timide?” chiede la giornalista. E Sabrina Salerno risponde: “Dal 2021 sono vittima di una stalker, una donna francese con gravi problemi psicologici. Ho sporto denuncia per stalking in Italia e in Francia, sto aspettando il codice rosso, ovvero il procedimento che prevede un intervento immediato. Me la sono ritrovata ovunque, anche nei pressi di casa e la sottoposero a Tso. Nonostante la denuncia nessuno mi dice niente: non so chi è, se è pericolosa. Convivo con la paura di trovarmela davanti, temo la reazione che potrei avere e anche le conseguenze, visto che se qualcuno entra in casa tua armato e ti difendi qui finisci anche in galera”.
Ma cosa vuole da lei questa donna? “È ossessionata, dice di essere mia moglie e che il diavolo ci separa. Ho le scatole piene di questa storia, vivo in ansia, penso alle donne impaurite che non hanno una rete intorno come me. Basta piangere ai funerali e non fare niente per cambiare le cose. Continuano a morire donne, è un fallimento. Bisogna denunciare, ascoltare, inasprire le pene”, continua la Salerno che nell’intervista racconta la sua adolescenza, l’incontro migliore e peggiore della vita; le paure, le amiche, la bella famiglia che ha costruito con suo marito, da 30 anni insieme. “Non ho inseguito l’occasione, è capitata, ma sono stata capace di coglierla al volo. Si chiama istinto di sopravvivenza”, dice.
Un lungo passaggio racconta il rapporto con il figlio diciannovenne Luca Maria, il suo orgoglio, ma c’è spazio per parlare d’amore: “Mio marito è l’acqua che spegne il fuoco. Mi stupisce sempre come riesca a calmarmi. In preda alle mie ire io parto per i miei deliri, mi arrabbio, sbraito. Non sono una persona diplomatica e con gli anni mi sono indurita; sono litigiosa e devo avere l’ultima parola, dovrei lavorarci su. Così creo dei casini incredibili, dico cose di cui mi pento, faccio la spacca mondo (non che ne vada fiera) e poi arriva lui, Enrico, ad indicarmi la terra e a riportarmici sopra”.
Fonte : Today