Perché un live-action sullUomo Tigre: ce lo spiega il CEO di Brandon Box

A un’occhiata superficiale potrebbe essere molto facile cadere nella trappola di pensare che il live-action di One Piece (qui potete recuperare la nostra recensione di One Piece) targato Netflix abbia cambiato totalmente le carte in tavola. E non affermiamo una cosa del genere per sminuire lo straordinario successo riscosso dall’adattamente del celebre manga di Eiichiro Oda, bensì piuttosto ci teniamo a sottolineare l’ancora esile lasso di tempo dalla sua uscita. La stessa Netflix ha in effetti in serbo altri live-action – il primo dei quali sarà Yu Yu Hakusho in uscita a dicembre – e i rumor folli che si susseguono online su progetti in cantiere sembrano andare contro questa nostra posizione, fino ad arrivare persino all’italiana Brandon Box che nelle scorse settimane ha annunciato un film sull’Uomo Tigre. Ma per giungere ad accordi del genere con tutte le varie parti in gioco ci vogliono mesi, se non addirittura qualcosa in più.

Siamo certi che One Piece, anche da questo punto di vista, avrà effetti duraturi e ancora ardui da prevedere sul mercato, non abbiamo dubbi. Ci vorrà però del tempo e al massimo avrà avuto ad oggi l’effetto di accelerare delle produzioni già in atto. Abbiamo discusso di simili tematiche e di tante altre proprio con il CEO di Brandon Box, Andrea Sgaravatti, che dopo aver portato Dampyr (e qui vi rimandiamo alla nostra recensione di Dampyr) nei cinema e successivamente sulle piattaforme di streaming di tutto il mondo non ha alcuna intenzione di fermarsi.

Un’ambizione e un sogno

Everyeye.it: Perché un lungometraggio proprio sull’Uomo Tigre e perché proprio ora?
Andrea Sgaravatti: Da sempre sono appassionato di manga e anime giapponesi. Giusto per darvi un’idea, sul mio iPhone ho una nota con un elenco di IP che ritengo particolarmente interessanti e si tratta degli adattamenti a cui vorrei lavorare nei prossimi 15-20 anni. Non sono tantissime voci, ma sono in sostanza le storie che sono state importanti per me e per molti della nostra generazione. Ma c’è qualcosa di più: sono storie che potrebbero essere di ispirazione per i giovani di oggi, così come lo sono state per noi. Ho dentro di me questa forte convinzione, sono storie che non devono andare perse e l’Uomo Tigre è una di queste.

Quando siamo entrati in contatto con Kodansha per lavorare ad alcuni loro adattamenti è stata la prima IP che abbiamo chiesto. Quando ti interfacci con un editore fai così: ci provi, senza credere effettivamente che un’IP di questo tipo sia libera. E invece…Ovviamente parliamo di una trattativa durata mesi e mesi, ma eccoci qui!

Everyeye.it: Perché un live-action e non un film animato?
Andrea Sgaravatti: È la missione che ci siamo dati in Brandon Box. Girare film live-action che in Italia non siano ancora stati fatti, con l’ambizione di raggiungere il mercato internazionale. Il successo di Dampyr su Netflix negli Stati Uniti sta dimostrando proprio in questi giorni come sia possibile raggiungere il pubblico internazionale partendo dall’Italia, senza aver paura di essere ambiziosi e osare.

Everyeye.it: Come si approccia un adattamento del genere?
Andrea Sgaravatti: Per prima cosa bisogna leggere tutti i numeri, dal primo all’ultimo. La stessa Kodansha prima di farci firmare il contratto ci ha spedito l’intera collezione stampata in italiano, come a voler dire “Prima studiate, poi parliamo di business“. Quindi ci siamo immersi nella storia e non vi nascondo che quella del fumetto è diversa rispetto all’anime – che è venuto dopo. Molte cose sono simili: Naoto, l’orfanotrofio, Tana delle Tigri, ma ci sono anche tante differenze. Quindi dopo aver assimilato il tutto ci siamo chiesti: e ora come lo rendiamo attuale? Adesso riteniamo di avere trovato una chiave stimolante e veramente interessante, alla Kodansha è piaciuta molto ed è stata la base dell’accordo.

Everyeye.it: Quali pensa saranno le principali sfide e difficoltà di questa operazione?
Andrea Sgaravatti: La sfida più importante sarà dare vita a un film moderno che piaccia al pubblico che non conosce questa property e allo stesso tempo non deluda i fan. Questa è la sfida, quando si approccia un prodotto come l’Uomo Tigre.

Può sembrare banale, ma è l’aspetto che più ci stimola e terrorizza allo stesso tempo. C’è un DNA, c’è quel fattore X che ci ha fatto amare così tanto questa IP. La sfida è riuscire a estrapolarlo e rimetterlo in un contesto diverso perché i tempi sono cambiati, quella stessa storia ora non reggerebbe. Ma al contempo dobbiamo riuscire a far sentire a casa i fan, fargli ritrovare e riprovare quelle sensazioni che avevano quando guardavano quelle fantastiche puntate o leggevano il manga. Non c’è una formula matematica per riuscire a compiere quella che sembra una vera e propria missione, ma il bello è anche questo.

Da Dampyr all’Uomo Tigre e oltre

Everyeye.it: Prima Dampyr e adesso l’Uomo Tigre: quali sono le differenze di approccio principali tra i due adattamenti?
Andrea Sgaravatti: Con Dampyr avevamo le idee chiare fin da subito, in particolare sulla storia che volevamo raccontare. Con Sergio Bonelli Editore e gli sceneggiatori che ci hanno lavorato (Masi, Ostini e Uzzeo) non abbiamo avuto dubbi: l’origin story, quindi come Harlan capisce di essere un Dampyr, come è nato il gruppo dei tre protagonisti, quindi come ha conosciuto Tesla e Kurjak; e infine introdurre il padre, una figura fondamentale.

Partivamo da una storia specifica, per la precisione quella raccontata nei primi due numeri del fumetto da Boselli e Colombo. Per l’Uomo Tigre invece è tutto diverso. Sappiamo a grandi linee la storia che vogliamo raccontare, ma siamo anche più disposti a farci sorprendere dalla creatività degli sceneggiatori. Abbiamo fatto un deck con le linee guida del nostro adattamento, un ring all’interno del quale gli sceneggiatori possono muoversi. Ora stiamo leggendo le varie idee che sono arrivate, a breve prenderemo una decisione su chi lo scriverà.

Eveyeye.it: Come si trasporta nel XXI secolo una figura e una proprietà come l’Uomo Tigre pur rimanendo fedeli alla visione originale?
Andrea Sgaravatti: Con l’amore che è giusto avere nei confronti del materiale originale e con la consapevolezza che sono passati più di 50 anni da quando quella storia è stata scritta.

Everyeye.it: Cosa possiamo aspettarci dal cast e dai possibili nomi dietro la produzione?
Andrea Sgaravatti: Siamo ancora a un livello iniziale, ma con i ragazzi di Fabula abbiamo in comune una cosa: l’ambizione. Quindi un cast top, stiamo già parlando con un nome pazzesco. Per la regia stiamo invece facendo una chiacchierata con un grande e talentuoso anglosassone. Sarebbe un sogno, vediamo se riusciamo a convincerlo della nostra visione.

Eveyeye.it: Cosa può anticiparci sul futuro di Brandon Box e su altri possibili adattamenti in arrivo?
Andrea Sgaravatti: Il 2024 sarà per Brandon Box un anno ricco di annunci e di set. Un nuovo film action con Riccardo Chemello (regista di Dampyr), un action comedy alla Smetto Quando Voglio che sarà l’adattamento di un manga giapponese e la trasposizione di un videogioco. Purtroppo possiamo svelare ancora pochi dettagli, ma già i primi mesi si prospettano molto interessanti. Inoltre a brevissimo uscirà su Webtoon Ride With Me, il nostro primo webcomic, uno young adult ambientato in un futuro prossimo dove un enorme muro divide l’Europa in due. Stiamo già lavorando anche al film ma la produzione non inizierà prima del 2025.

Fonte : Everyeye