Un assicuratore 57enne è stato assolto dall’accusa di circonvenzione di incapace ai danni di un’insegnante di 60 anni deceduta nel 2018. La donna, alla quale l’uomo aveva promesso una relazione e una convivenza, gli aveva regalato una casa da mezzo milione nella quale il 57enne è andato poi a vivere con la moglie.
Si era innamorata di un uomo sposato che negli anni le aveva solo fatto una serie di promesse su una vita insieme. Tre anni di parole, senza però fare alcun passo nella direzione di mettere fine al proprio matrimonio per iniziare una vita con lei, “l’altra”, quella che dopo anni gli aveva regalato un’auto da 40mila euro e una casa da mezzo milione di euro. Secondo il Tribunale, non si tratterebbe di circonvenzione di incapace, eppure l’uomo in questione si sarebbe fatto regalare con l’inganno la vettura e l’abitazione, dove poi era andato a vivere con la moglie.
La donna, inoltre, lo aveva nominato erede universale di un testamento milionario. Per il Tribunale di Torino, la protagonista di questa vicenda sarebbe stata illusa dall’uomo in questione, ma non truffata: secondo i giudici, infatti, non si trattava di infermità psichica. Eppure, nei suoi diari l’insegnante (ora deceduta) raccontava tutto. Scriveva: “Lui mi dice che verrà il nostro tempo e io avrei desiderato un po’ di coccole, invece abbiamo parlato solo di soldi”.
Prove, secondo i consulenti, che avrebbero dovuto far capire lo stato psichico della donna, spinta ad acquistare beni materiali per il fidanzato senza però ottenere nulla in cambio. Il processo nasce dall’inchiesta della pm Giulia Rizzo, che aveva chiesto tre anni per un assicuratore di 57 anni accusato di circonvenzione di incapace.
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L’imputato è stato assolto perché il fatto non sussiste. La vittima, poi, era una maestra di 60 anni deceduta nel 2018. Per i testimoni, la donna non era mai stata particolarmente appariscente, mentre l’assicuratore veniva descritto come “brillante, in forma e ben vestito”. Peccato però che il 57enne avesse (nell’ordine) anche una moglie, tre figli piccoli e una seconda amante.
L’insegnante aveva però una discreta eredità ottenuta dai genitori. Con il denaro che aveva in banca, voleva fondare, nel nome del padre defunto, un’associazione per i bambini orfani. L’assicuratore passava a casa di lei a colazione e dopo il lavoro per pochi minuti. I due trascorrevano più tempo insieme il mercoledì, quando l’assicuratore si recava a pranzo dalla maestra per poi salutarla e tornare a casa, senza che succedesse mai altro.
Secondo l’accusa, la donna era particolarmente vulnerabile e innamorata di lui, mentre il 57enne avrebbe approfittato del suo stato psichico per farsi regalare un’auto e una casa.
Secondo il consulente della difesa, Franco Freilone, la maestra non sarebbe stata circuita. Citando Otto Kernberg, lo psichiatra infatti ha sottolineato che “l’unione amorosa rappresenta una sfida transitoria all’esistenza umana e ciò comporta intrinsecamente dei rischi. Essere assorbiti nel coinvolgimento amoroso costituisce in sé un’avventura pericolosa e implica una predominanza della fiducia sulla sfiducia e sulla paura, perché si consegna se stessi all’altro”.
La tesi difensiva è stata accolta dal giudice, che ritiene che non vi sia stata alcuna circonvenzione di incapace. Secondo il giudice, la donna sarebbe stata “pienamente consapevole delle enormi difficoltà insite nella relazione affettiva” con l’assicuratore. Ora la procura valuterà se ricorrere in appello.
Fonte : Fanpage