L’Ue vuole vietare le caldaie a gas, quando parte lo stop e cosa deve fare chi ne ha una in casa

Il testo della direttiva green è quasi definitivo, e sembra certo che sarà approvato il divieto di comprare caldaie a gas. Non è ancora definito l’anno esatto in cui scatterà lo stop, ma non dovrebbe essere prima del 2035. Nel frattempo, smetteranno gli incentivi fiscali per chi le acquista. Chi ne ha già una in casa, in ogni caso, non avrà problemi immediati.

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Si avvicina il divieto di vendere e comprare caldaie a gas. La cosiddetta direttiva Case green (il cui nome ufficiale è Energy performance of buildings directive) è nella sua fase finale, le istituzioni dell’Unione europea stanno per arrivare a un accordo sul testo. A quel punto, servirà solo un ultimo voto per farlo entrare in vigore. È certo che ci sarà anche un limite per l’installazione delle caldaie a gas, alimentate con combustibili fossili.

L’ultimo vertice a Bruxelles si svolgerà oggi, 7 settembre, e servirà anche a determinare le tempistiche esatte per il divieto di comprare una caldaia a gas. Inizialmente doveva essere dal 2030, ma si è passati a parlare di 2035 o 2040. Il risultato finale dipenderà dal compromesso tra il Parlamento europeo e il Consiglio.

Il testo della norma è in discussione da mesi: in particolare da marzo, quando la prima versione del testo è stata approvata dal Parlamento Ue. Nel frattempo, molti aspetti sono stati modificati per venire incontro alle richieste dei Paesi che chiedevano vincoli meno stringenti. L’obiettivo della direttiva è che gli edifici europei diventino più efficienti dal punto di vista energetico. Uno dei modi per farlo è limitare l’uso dei combustibili fossili. E qui entrano in gioco le caldaie a gas.

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Questo divieto non riguarderà chi ha già una caldaia a gas in casa, ma solo chi deve comprare un nuovo sistema di riscaldamento, che sia per sostituire quello vecchio o per installarlo in un nuovo edificio. Quando si parla di “vietare le caldaie a gas”, infatti, non significa che diventerà illegale possederne una. Più semplicemente, da un certo anno in poi diventerà vietato produrle e venderle. Così, chi si troverà a comprarne una dovrà passare a un sistema alternativo e non alimentato con i combustibili fossili, ad esempio una pompa di calore.

La data esatta non è ancora stata definita. Una bozza del testo parlava del divieto a partire dal 2035, ma è possibile che nel corso dell’ultima negoziazione questa scadenza sarà spostata ulteriormente, anche fino a 2040. Quindi è possibile che per oltre quindici anni sostituire la propria caldaia non sarà un problema.

Nel frattempo dovrebbe scattare una misura intermedia: gli Stati non potranno più prevedere incentivi fiscali per chi compra e installa sistemi di riscaldamento a gas. Le agevolazioni dovrebbero finire ben prima che parta il divieto vero e proprio, forse già dal 2025. Ma dovrebbero rimanere valide per gli apparecchi ibridi, ad esempio quelli che uniscono caldaia e pompa di calore.

Nella direttiva sulle case green si parlerà anche dell’installazione di pannelli solari: potrebbe diventare obbligatoria per tutti gli edifici pubblici e non residenziali, a parte i casi in cui non è fattibile o non sarebbe conveniente. Per quanto riguarda la ristrutturazione delle case, ci si aspetta che il testo finale sarà molto più ‘morbido’ di quanto prospettato all’inizio: probabilmente non ci sarà più l’obbligo di arrivare a una certa classe energetica entro un anno preciso, ma ciascuno Stato avrà il compito di tracciare un percorso da seguire, con degli obiettivi intermedi.

Quindi toccherà al governo italiano, per esempio, fare un piano che stabilisca quali edifici vanno ristrutturati, entro quando, e quanto si vuole risparmiare in termini di consumi. L’unico obiettivo condiviso in tutta Europa sarà quello di arrivare a una certa percentuale di risparmio energetico entro il 2050.

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Fonte : Fanpage