Il parental control di Stato, cioè imposto dalla legge, è entrato in vigore in Italia il 21 novembre, è dedicato ai figli ma in realtà si rivolge ai genitori: nella maggior parte dei casi, dovranno essere loro ad attivarlo sugli smartphone e sulle SIM dei minori, allo scopo di proteggerli dai rischi della Rete.
Prima di capire come si fa, ci sono un paio di cose da chiarire subito. Intanto, questo controllo è un’altra cosa rispetto a quello fatto via app o eventualmente integrato dentro ad Android e iOS, dunque prescinde dal tipo di dispositivo. Inoltre, la legge prevede che scatti in automatico sulle SIM intestate ai minorenni, che però sono una quantità trascurabile: i genitori possono comunque chiedere di attivare/disattivare gratuitamente questo filtro alla navigazione (che avevamo spiegato qui) sulla SIM di minorenni su cui esercitano la potestà genitoriale.
Le categorie dei siti vietati, e che dunque dovrebbero essere bloccati e inaccessibili per qualsiasi dispositivo sia connesso alla rete interessata (anche un computer, se collegato in wifi), sono 8: da quelli pornografici a quelli che promuovono violenza e autolesionismo fino a quelli in cui si vendono o pubblicizzano armi, a quelli che espongono pratiche che possono danneggiare la salute e, fra gli altri, quelli di scommesse e gioco d’azzardo o di anonimizzazione del traffico Web.
È importante ribadire che le due protezioni si sommano una all’altra e che una non esclude l’altra: il nostro consiglio è quello di usare un’app o le funzioni del sistema operativo del telefono della figlia e del figlio e di aggiungere la tutela aggiuntiva del cosiddetto parental control di Stato. Oltre a essere presenti come genitori, ovviamente.
Fonte : Repubblica