Time ha annunciato che la sua Persona dell’Anno per il 2023 è la cantante americana Taylor Swift: la rivista ha spiegato le motivazioni della scelta in una (lunghissima) pagina pubblicata online intorno alle 14.30 italiane. Ma forse non c’era davvero bisogno di spiegarle.
Che sarebbe stata Taylor Swift un po’ si sapeva. E si sapeva soprattutto per due ragioni. Innanzi tutto perché il suo The Eras Tour, la serie di 151 concerti in praticamente tutti i Paesi del mondo, iniziati il 17 marzo di quest’anno e la cui conclusione è (forse) in programma l’8 dicembre del 2024, è una macchina da record fra biglietti venduti, code chilometriche e sconvolgimenti all’economia delle città che ospitano l’evento. E si sapeva anche perché Taylor e i suoi swifties (così si chiamano i fan della cantante) sono ormai da tempo, quest’anno ma pure gli anni scorsi, fra i principali argomenti di conversazione su più o meno tutte le piattaforme social.
Taylor Swift è la Persona dell’Anno del 2023 perché Taylor Swift è stata l’argomento di cui parlare online nel 2023. Un argomento da cui non si poteva prescindere, un’onda che lei è stata brava a cavalcare nel corso del tempo, come dimostrano alcuni aneddoti non troppo conosciuti che raccontiamo di seguito.
Quando Taylor Swift ha rotto Google
Fra i più recenti c’è l’operazione Jets (qui la spiegammo nel dettaglio), andata in scena fra settembre e ottobre scorsi, all’inizio della relazione della cantante con Travis Kelce, giocatore di football americano dei Kansas City Chiefs. Quando la squadra ha giocato a New York contro i Jets, lei è andata a vedere la partita di lui, le ricerche su Google per “taylor swift jet” o “taylor swift jets” hanno mostrato come risultati i siti di gossip che parlavano di questa cosa e tutti si sono dimenticati delle polemiche sull’uso spregiudicato che la cantante farebbe dell’aereo privato.
In estrema sintesi, Swift ha partecipato nel mondo reale a un evento legato alle stesse parole chiave di una cosa per cui è (era) molto criticata online, riuscendo a cambiare i risultati di ricerca su Google per quelle medesime parole chiave. Ha fatto ingegneria inversa al motore di ricerca più potente al mondo, insomma.
Il rapporto di odio e amore fra Taylor Swift e Spotify
La cantante, che sta per compiere 34 anni, non è del resto una che si tira indietro davanti alle battaglie, quale che sia o quanto grande sia l’avversario: a fine 2014 ebbe il coraggio di rimuovere tutta la sua musica da Spotify e di tenerla lontana per 3 anni da più o meno tutte le piattaforme di streaming, per fare valere le proprie ragioni sui diritti e sull’utilizzo della sua musica. Difficile trovare un altro artista che avrebbe avuto la forza di poter fare altrettanto.
Soprattutto, di poterlo fare e di tornare in modo trionfante: solo per citare gli esempi più recenti, a fine 2022 il suo Midnights è diventato l’album con più ascolti su Spotify in un solo giorno e lei è diventata l’artista più ascoltata sulla piattaforma in un singolo giorno; alla fine dello scorso agosto, inoltre, è diventata anche la prima artista donna con 100 milioni di ascoltatori mensili su Spotify.
tiktok: uno dei video di Taylor Swift
Il conto alla rovescia su TikTok
I fan premiano la cantante con la loro attenzione perché lei li ripaga con la sua di attenzione, cercando di essere presente dove loro sono presenti. Cioè anche su TikTok, negli ultimi 2-3 anni: celebre, nell’autunno del 2022, la serie Midnights Mayhem in cui raccontava le canzoni dell’album in uscita con uno stile sobrio, distaccato e per nulla da star, spesso pure rispondendo di persona ai commenti delle persone.
youtube: il video di Look What You Made Me Do
I record di Taylor Swift su YouTube
Sul sito di video-upload di Google, le cose sono andate addirittura meglio: la cantante l’ha usato spesso per dialogare con i fan (annunciando l’uscita dell’album Red, per esempio) e ne ha infranto i record ripetutamente.
Nell’agosto del 2017, il video di Look What You Made Me Do è diventato quello con più visualizzazioni su YouTube nelle prime 24 ore, toccando quota 43,2 milioni e superando ampiamente le 36 milioni di views di PSY e della sua Gentleman: secondo fonti di YouTube, il video della cantante americana è arrivato a racimolare 30mila views al minuto solo nella prima giornata di programmazione.
Più di recente, il video di Me (che a oggi ha quasi 420 milioni di visualizzazioni) ha toccato quota 65,2 milioni in un solo giorno, facendo diventare Swift l’artista donna con la migliore performance in 24 ore sulla piattaforma.
Tumblr e il caso No its Becky
Fra i tanti, forse il più significativo (anche se non molto noto) esempio della vicinanza fra Swift e il suo pubblico è la cosiddetta questione di No its Becky, di cui molto si parlò e si scrisse nel settembre del 2014. La cantante pubblicò su Tumblr, un social non molto usato in Europa ma parecchio negli Usa, una foto in cui si mostrava con indosso una maglietta gialla con appunto la scritta No its Becky per promuovere l’arrivo dell’album 1989.
Il riferimento era a una storia di parecchi anni prima quando (sempre su Tumblr) una persona condivise l’immagine di una ragazza, raccontando che si sarebbe trattato della “mia amica Becky”, morta “istantaneamente” dopo avere “sniffato” marijuana a un party e invitando le persone a riflettere sulla pericolosità della marijuana. Quando più commentatori fecero notare che quella nella foto non era “la mia amica Becky” ma Taylor Swift da giovane (“pretty sure that’s Taylor Swift”, cioè “sono abbastanza sicuro che sia Taylor Swift”), chi aveva realizzato il post rispose semplicemente uno sgrammaticato “no its Becky”. Che da allora è diventato online sinonimo di chi non accetta obiezioni e nega anche l’evidenza pure di avere ragione.
Mostrarsi, sui social ma anche a passeggio per New York, con indosso una t-shirt con la medesima scritta (che ancora oggi si può acquistare anche su Amazon), chiaro riferimento a una storia che i suoi fan conoscevano benissimo e con cui potevano relazionarsi, è proprio il tipo di atteggiamento non da star ma da persona comune che fa sì che Taylor Swift sia fra i personaggi celebri più amati. Quest’anno che è la Persona dell’Anno, ma pure l’anno scorso, quello prima e quello prima ancora, indietro sino a più o meno un decennio fa.
Fonte : Repubblica